1 ora di ritardo = 4400€ di rimborso immediato | ULTIM’ORA AEREI: passa la legge definitiva, chi sbaglia paga

Aereo di linea - CorrierediComo.it (Fonte Pixabay)
Da oggi basta anche un piccolo errore e scatta l’assurda richiesta di risarcimento. La legge non ammette ignoranza: ecco come evitare brutte sorprese.
Sebbene la stagione dei viaggi e delle vacanze sia quasi agli sgoccioli, il traffico aereo e su gomma non si arresta. Esaurito l’intenso turnover di turisti, infatti, le autostrade e i cieli italiani si popolano di pendolari diretti verso le proprie famiglie o i rispettivi meeting aziendali.
E – chi viaggia lo sa bene – quando ci si sposta a bordo di qualsiasi mezzo è necessario mantenere sempre alta la soglia dell’attenzione, in modo da evitare disguidi o incidenti.
A volte basta una manovra pericolosa, oppure un biglietto prenotato in tutta fretta, o ancora un’infrazione apparentemente innocua… e il danno è fatto.
Nel caso in esame, un passeggero si è visto addebitare, una volta atterrato dal suo volo, una mostruosa cifra extra: ben 4.400 euro per un banale errore di valutazione…
Gita costosa a Dents-du-Midi
Una gita in alta montagna può indubbiamente regalare panorami mozzafiato, aria pulita, una formidabile infusione di endorfine… ma anche una fattura da 4.400 euro.
Ebbene, sì: questo è quanto accaduto a un escursionista svizzero che, dopo essersi avventurato con un compagno sulle cime spettacolari di Dents-du-Midi, nel Canton Vallese, è rimasto bloccato in un canalone, e ha perciò deciso di allertare il soccorso alpino. Il problema? Il salvataggio in elicottero, effettuato con condizioni meteo talmente sfavorevoli da richiedere un’intera ora di sorvolo sull’area indicata, non era assolutamente gratuito. E il Tribunale ha stabilito che a pagare il costo dell’operazione doveva essere proprio l’incauto esploratore. Inutili le proteste dell’uomo: chi sbaglia paga, ecco perché.
La sentenza choc: 1 ora=4400 euro da versare
Secondo il Tribunale, l’escursionista avrebbe sottovalutato le condizioni ambientali; inoltre, non avrebbe rispettato le linee guida per tutelare la propria sicurezza: in pratica, si sarebbe messo nei guai da solo. Ad aggravare la sua posizione, il salvataggio (durato 1 ora) non sarebbe stato giustificato da una reale emergenza medica, ma piuttosto da una scelta imprudente e avventata.
In conclusione, la Corte ha stabilito che il costo dell’intervento fosse addebitato interamente all’esploratore, a differenza del suo compagno di disavventura, che aveva precedentemente versato alcune quote associative all’associazione elvetica di soccorso Rega, e che non ha dovuto sborsare un cent. Totale: 4.128 franchi (ovvero 4.400 euro) da versare, senza sconti. L’episodio, per quanto clamoroso, ci deve ricordare un assunto fondamentale: ogni operazione di salvataggio non solo mette a repentaglio la vita dei soccorritori, ma richiede anche ingenti risorse economiche: il minimo che si può fare è evitare di correre rischi inutili… o, quantomeno, sostenere le associazioni che si occupano dei recuperi!