“4000€ al mese per girare le lancette degli orologi” | Il lavoro più bello del mondo è in Italia: accettano candidature

Orologio da parete

Orologio da parete (Canva) Corrieredicomo.it

Un mestiere misterioso, stipendio da favola e pensione anticipata: basta girare due manopole per guadagnare come un manager?

Girare le lancette degli orologi e portarsi a casa 4.000 euro al mese. Pochi gesti al giorno, un incarico prestigioso e la certezza della pensione già a 53 anni.

Il sogno di chiunque, almeno secondo una notizia che ciclicamente torna a rimbalzare sui social.

Una storia che affascina perché unisce due ingredienti irresistibili: il fascino del Quirinale e l’idea di un lavoro da favola, con pochissime responsabilità e guadagni stratosferici.

Ma è davvero così? O dietro questa immagine idilliaca si nasconde ben altro?

Gli “addetti agli orologi”: stipendio da favola

Da anni circola la voce che al Quirinale ci siano due commessi incaricati di un compito semplicissimo: controllare che gli orologi funzionino, spostare le lancette quando serve e poco più. Il compenso? Ottomila euro al mese. Non solo: questi fortunati lavoratori andrebbero in pensione a soli 53 anni, cosa chiedere di più? Un lavoro che tutti vorrebbero fare, ma come ci si può candidare?

Una notizia che si incastra perfettamente nel filone dei presunti “privilegi” della politica, alimentando indignazione e commenti infuocati. Ma anche la speranza di essere assunti a svolgere questa, strana e ben pagata, attività. Di cosa si tratta veramente? Quali sono le competenze che si devono dimostrare?

Maestro orologiaio
Maestro orologiaio (Canva) Corrieredicomo.it

Spostare lancette di un orologio non basta: che qualifica devi avere

In realtà, al Quirinale non ci sono commessi strapagati che si limitano a regolare le lancette. Ci sono invece maestri orologiai di altissima professionalità, custodi di un patrimonio unico al mondo: oltre duecento orologi provenienti dalle antiche regge italiane, datati dal XVII secolo in poi. Il loro compito non è banale: parliamo di restaurare, conservare e mantenere in funzione pezzi d’arte straordinari, con meccanismi che non hanno più ricambi in commercio. Serve quindi la mano esperta di artigiani capaci di ricostruire interi componenti a mano, con la stessa precisione dei maestri del passato. E lo stipendio? Una cifra da capogiro: poco meno di 4.000 euro al mese.

Anche l’età della pensione è un’invenzione: i due orologiai, entrambi oltre i 55 anni già nel 2018, hanno continuato a lavorare ben oltre i presunti “53 anni” indicati dalla leggenda. Uno dei due, Stefano Valbonesi, è andato in pensione solo dopo aver raggiunto i requisiti effettivi. Oggi il collega Fabrizio Geronimo porta avanti da solo l’onere, e l’onore, di custodire e far funzionare orologi che non sono solo strumenti di misura del tempo, ma veri capolavori d’arte. Non si tratta di un lavoro facile e strapagato, quindi, ma un mestiere raro, fatto di talento artigiano, precisione estrema e responsabilità verso opere d’arte uniche. Un compito che non arricchisce come un manager, ma che ha il valore di preservare la memoria e l’ingegno di secoli di storia italiana.