«Non dobbiamo temere alcun giudizio, critico o contrario, quando affermiamo la necessità di esaltare la nostra unità nazionale e le nostre forze armate. Non dobbiamo sussurrarlo timidamente e riservatamente, dobbiamo proclamarlo con forza, con riconoscenza». Queste le parole del sindaco di Como, Mario Landriscina, ieri mattina in occasione delle celebrazioni per la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate.Alla cerimonia al Monumento ai caduti di viale Puecher hanno partecipato anche l’assessore Francesco Pettignano, la presidente del consiglio comunale Anna Veronelli, il prefetto Ignazio Coccia e il questore Giuseppe De Angelis. «È bene che i nostri giovani sappiano e non gli sia permesso di dimenticare» ha concluso Landriscina.
Categoria: Territorio
-
Circolo Ilaria Alpi contro la plastica monouso
Perché è giusto introdurre la tassa sulla plastica monouso? E’ la domanda a cui risponde in una nota il Circolo Ambiente Ilaria Alpi.
“Anzitutto facciamo chiarezza: dal 2021 l’Europa proibirà l’uso delle stoviglie usa-e-getta – si legge nella nota – pertanto tassare la plastica in Italia anticiperebbe solo di un anno il divieto europeo. In ogni caso è opportuno disincentivare da subito l’utilizzo degli imballaggi monouso anche attraverso la nuova tassazione, poiché nel nostro Paese solo il 30% di questa tipologia di rifiuti viene effettivamente recuperata, mentre una consistente parte viene incenerita, creando inquinamento e ceneri tossiche! Per la restante parte nemmeno si sa che fine faccia, tant’è che spesso ce la troviamo dispersa sui cigli delle strade, nei boschi, nei nostri laghi e, da qui, fino al mare che ne è pieno! Se abbiamo l’illusione di non vederla in acqua è perché si è trasformata in microplastica (il Lario ne ha una elevata concentrazione), visibile solo al microscopio, ma a nostra insaputa ce la troviamo poi nei nostri cibi attraverso la catena alimentare (i pesci ne sono pieni)”.
Le alternative al monouso ci sono – suggerisce sempre Roberto Fumagalli, presidente del Circolo brianzolo – ad esempio tornare alle stoviglie durevoli o, laddove non si riesce, utilizzare quelle compostabili. Viene poi suggerito l’utilizzo di borracce. l’acquisto di prodotti sfusi o confezionati nel cartone.
-
Auto, il futuro è elettrico ma il presente molto meno
l futuro dell’auto sembra sempre più elettrico. Lo dicono le scelte industriali delle grandi case costruttrici – non ultime, ovviamente, quelle che riguardano Fca e Peugeot che hanno annunciato la loro fusione – e sembrano confermarlo tanti altri fattori più piccoli: ad esempio, la politica degli incentivi promossa sia dallo Stato sia dalla Regione.Tutto vero. Ma lo stato dell’arte dice che questo futuro, almeno per il momento, è ancora abbastanza lontano. Le auto elettriche e ibride sono ancora poche. Troppo poche.Secondo l’analisi del portale Facile.it , condotta su dati dell’Automobile Club Italiano (Aci), a dicembre 2018 le autovetture elettriche e ibride in Lombardia erano poco meno di 74mila, vale a dire l’1,20% del parco auto circolante in regione. Una percentuale, seppur bassa, comunque doppia risulta rispetto al resto del Paese, dove la media si assesta allo 0,66%.Lombardia quindi in testa alla classifica italiana delle auto ibride ed elettriche, ma con numeri ancora bassi. Numeri che, riferiti alla provincia di Como, diventano davvero minimi.In testa alla classifica delle province lombarde si trova infatti Milano, dove a dicembre 2018 le autovetture elettriche e ibride erano 29.420, l’1,62% del parco circolante. Dietro Milano, sul podio lombardo, ci sono la provincia di Varese, con 7.840 auto elettriche o ibride, pari all’1,33% del totale, e la provincia di Como, dove la percentuale dell’elettrico su quattro ruote è pari a 1,31% (5.210 vetture). Il dato lombardo delle auto green è completato dalle 397.579 autovetture alimentate a Gpl e a metano. Un segmento nel quale Como occupa il penultimo posto della graduatoria regionale, con il 4,2% del parco circolante totale.
-
Cimitero di Lora, lavori finiti ma non le polemiche
Lora, i lavori all’esterno del cimitero sono finiti ma la polemica non si è ancora spenta. Nei giorni scorsi infatti il Pd era sceso in campo per segnalare una serie di interventi gestiti malamente dall’amministrazione e messi in essere proprio nel fine settimana dedicato alla ricorrenza dei defunti, a partire dal divieto di sosta fuori dal cimitero. Anche ieri mattina esponenti del Pd hanno continuato a informare le persone all’esterno del camposanto. «Il Comune non si è voluto muovere per tempo per risolvere un problema, quello della mancanza di posti auto e della sicurezza nella zona, che viene segnalato da tempo – spiega Paolo Panizzolo che insieme al presidente del circolo Pd di Lora Donato Rizzo e al segretario cittadino Tommaso Legnani ieri erano a Lora – Abbiamo così avviato una raccolta di firme (una cinquantina per ora). L’intento è di proseguire con la raccolta e poi magari organizzare un’assemblea cittadina per spiegare la situazione». Anche perchè nel frattempo «un cantiere per eseguire gli interventi necessari è stato aperto è portato a termine in tutta fretta, forse proprio per le critiche e le segnalazioni», aggiunge sempre Panizzolo. E in effetti ieri mattina l’assessore alla Mobilità del Comune di Como, Vincenzo Bella, ha dato conto degli interventi eseguiti e ormai ultimati proprio all’esterno del cimitero, cercando al tempo stesso di allentare le polemiche. «Comprendo che i lavori eseguiti in questi giorni possano aver creato degli inconvenienti e che qualche consigliere comunale possa aver visto questa come un’occasione per discutere del problema ma la situazione all’esterno del cimitero di Lora andava regolamentata – ha spiegato l’assessore – E così abbiamo fatto concludendo il cantiere nelle ore passate». E così sono stati realizzati 7 posti auto bianchi con disco orario di un’ora a ridosso del muro del cimitero, due stalli per carico e scarico e disabili e una zona protetta a ridosso della fermata del bus. Oltre a un attraversamento pedonale in sicurezza. «Prima la situazione era fuori controllo. Le macchine venivano lasciate ovunque, in certi casi davanti all’ingresso del cimitero o così contro le mura da non consentire il passaggio ai pedoni. E anche dall’altra parte della strada spesso le auto venivano lasciate in sosta selvaggia. Si doveva intervenire per regolamentare la situazione che si era venuta a creare e così, appena possibile, abbiamo fatto», chiude Bella.
-
Biella e Bergamo battono Como all’Unesco
Il capoluogo lariano era tra le candidate per le città creative
L’Unesco premia una storica piazza del tessile tra le “Città Creative”, ma non si tratta di Como, che aveva presentato la sua candidatura ufficiale, con tanto di missione a Parigi.L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha scelto Biella, che da oggi è ufficialmente entrata a far parte del circuito mondiale delle Città Creative Unesco.La notizia è stata pubblicata nel pomeriggio sul sito ufficiale dell’organizzazione mondiale. Soddisfatta la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, promotrice della candidatura insieme all’amministrazione comunale.Con il capoluogo laniero è entrata anche un’altra realtà lombarda, Bergamo. Escluse insieme con Como, anche Trieste.
-
Divieto di sosta al cimitero di Lora nei giorni consacrati ai defunti
A poche ore dal 2 novembre tiene ancora banco a Como il caso del cimitero di Lora dove si stanno realizzando le nuove strisce dei parcheggi per le auto. Ieri sono state tracciate le linee di delimitazione. Con un apposito cartello il Comune ha disposto il divieto di sosta dal 30 ottobre fino alla fine dei lavori. E questo ha causato non pochi malumori nei cittadini che in qualche caso hanno anche contravvenuto al divieto parcheggiando comunque i loro mezzi.Sul cantiere ha polemizzato il Partito democratico che domani terrà in mattinata un presidio proprio fuori dal camposanto.
L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola venerdì 1° novembre
-
Ecosistema urbano, Como perde posizioni. Tra i punti più deboli la qualità dell’aria
L’effetto Greta Thunberg, a Como, si vedrà forse il prossimo anno.Nella classifica Ecosistema urbano, il rapporto di Legambiente e Ambiente Italia che misura le performance ambientali delle 104 città capoluogo di provincia, Como infatti scende al 68esimo posto. Perde, nella rilevazione riferita al 2018, sei posizioni rispetto alla precedente graduatoria.E analizzando i diversi parametri utilizzati per stilare la classifica – che anche quest’anno verrà utilizzata nella storica indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 ore – il capoluogo comasco mostra forze e debolezze che l’hanno portato a navigare nella seconda metà della graduatoria. A partire dalla sua collocazione regionale. In Lombardia infatti è penultima preceduta solo da Monza che chiude la classifica. Mantova si attesta come miglior città lombarda e addirittura seconda nella graduatoria nazionale, preceduta da Trento. La classifica delle altre città lombarde vede Cremona 17esima, Sondrio 22esima, Bergamo 25esima, Lodi 27esima, Milano 32esima, Brescia 33esima, Pavia 40esima, Varese 41esima, Lecco 60esima, Como 68esima, Monza 79esima. Rispetto all’anno scorso spiccano i miglioramenti di Monza (guadagna diciannove posizioni) ma resta l’ultima città lombarda, Varese (+14), Lecco (+11), Pavia (+10), Lodi (+8), Cremona (+5). In calo invece Bergamo (-7), Milano (-9), Brescia (-2), Como (-6).Concentrandosi poi sui diversi parametri presi in considerazione ecco come si è comportata nello specifico Como.La qualità dell’aria, ad esempio, è un punto debole, soprattutto per quanto riguarda Pm10 (polveri sottili) con una 77esima posizione e addirittura un 95esimo posto per la presenza di biossido di azoto.Male anche i consumi idrici domestici: qui la città si colloca in fondo alla classifica con un 91esimo posto e il dato relativo all’uso efficiente del suolo segna addirittura un preoccupante 98esimo posto. Mentre in termini di dispersione delle acque Como è tra le prime città d’Italia con un ottimo 13esimo posto. Molto bene anche la raccolta differenziata, capitolo nel quale Como è 22esima su 104 capoluoghi di provincia.Risultati positivi (primo terzo della classifica) pure per il trasporto pubblico, in termini di chilometri e passeggeri con una trentesima posizione.Dodicesimo posto nazionale per quantità di verde ogni abitante mentre il tasso di presenza in città di piste ciclabili posiziona Como al 63esimo posto. Infine, se Como è nella metà virtuosa della classifica per numero di automobili (46esimo posto), è quasi in coda alla graduatoria per gli incidenti gravi, con morti e feriti che valgono un 82 esimo posto.Infine a livello nazionale è Trento a conquistare, per la prima volta la vetta della classifica di Ecosistema urbano. Sul podio anche Mantova e Bolzano. Ultima è Catania.
-
Arrivano i tifosi del Lecco. Tangenziale chiusa, traffico in città paralizzato
Ingenti misure di sicurezza in zona stadio, e non solo, per l’incontro di calcio fra Como e Lecco. Per consentire l’arrivo al Sinigaglia dei tifosi ospiti la tangenziale di Como è stata completamente bloccata all’altezza di via Borsieri fino allo stadio stesso. Pesantissime la ripercussioni sul traffico con buona parte della città che è rimasta paralizzata. Le forze dell’ordine hanno tenuto lontani dai bordi della sede stradale sostenitori del Como e i cittadini. Da segnalare solo il lancio di un fumogeno finito comunque in mezzo alla strada, senza danni per persone o cose.
-
Albate, irrigatori dei giardini accesi anche quando piove
Irrigatori accesi nonostante il maltempo, accade all’interno dei giardini pubblici di Albate.A segnalarlo è un cittadino del quartiere che nel gruppo Facebook “Sei di Albate se” mostra il problema allegando una serie di video che sono andati in onda anche durante il telegiornale di Espansione Tv.Le immagini sono eloquenti: nonostante la pioggia battente dei giorni scorsi, infatti, il sistema di irrigazione dei giardini era attivo, ovviamente senza alcuna necessità e con evidente spreco di acqua.La questione degli irrigatori, che partono ogni giorno sia alla mattina presto (attorno alle 5.30) sia alla sera (poco dopo le 22), non sarebbe però l’unico problema di degrado per le aree verdi della popolosa frazione di Como.La maniglia del cancello dei giardinetti è rotta da tempo. È stata così posizionata una pietra alla base del cancello per tenere aperta una delle due ante dell’inferriata. Una situazione di fortuna che non garantisce però la sicurezza per i bambini che frequentano il parchetto. I giardini di Albate insistono infatti sulla trafficata via Canturina.La lista del degrado in questa area pubblica viene completata da due cestini divelti e non più attaccati al sostegno di metallo.Dal quartiere spiegano che più volte la situazione è stata segnalata, anche via mail, al settore Giardini di Palazzo Cernezzi, ma che non è mai arrivata alcuna risposta.Sulla pagina social si sono scatenati gli utenti con numerosi commenti ai video degli irrigatori. Alcuni residenti denunciano un più generale stato di abbandono di tutto il quartiere. Nel corso dell’estate la polemica aveva riguardato la manutenzione delle aiuole di piazza Tricolore. Verde incolto e sterpaglie alte un metro nella “nuova piazza” di Albate. Un pessimo biglietto da visita per il quartiere.
-
Appello ai genitori per salvare le scuole. Prestino e Breccia attendono i sopralluoghi
Pozzanghere sui tetti e inferriate da rifare all’esterno. E all’interno fioriture di muffe e secchi per raccogliere l’acqua. Viste da fuori alcune scuole dell’Istituto Comprensivo Como Prestino-Breccia mostrano gli evidenti segni delle infiltrazioni d’acqua, ma le foto scattate in alcuni dei locali temporaneamente chiusi mostrano una realtà ancor più critica.Dalle pozze a pochi centimetri dalle prese della corrente e dai dispositivi elettronici alle pareti con vistose macchie di umido. Le infiltrazioni si trascinano da tempo e in alcuni casi come detto è comparsa la muffa. Muri scrostati, distacco di calcinacci, pannelli bagnati, secchi per raccogliere le gocce. La dirigente scolastica Simona Convenga nei giorni scorsi si è vista costretta a pubblicare sul sito Internet dell’istituto un lungo elenco di spazi interdetti all’attività scolastica. Quattro i plessi coinvolti dal provvedimento: le elementari di via Isonzo e via Nicolodi, le medie di via Picchi e la scuola dell’infanzia di piazzale Giotto. «Via Isonzo è la struttura che rivela le peggiori criticità, seguono piazzale Giotto e via Nicolodi», ha detto ieri la preside. In piazzale Giotto vengono segnalate infiltrazioni continue in cucina (sugli arredi e sul personale al lavoro), e pure pannelli multistrato intrisi di acqua. Non va meglio negli altri edifici. In via Isonzo l’intero secondo piano è chiuso ad eccezione dell’aula di informatica ma sono interdette all’uso altre classi (quelle del doposcuola ne sono un esempio). Nel corridoio principale via Nicolodi entra acqua dal tetto che viene poi raccolta in un secchio. Non mancano poi vetrate con telai arrugginiti e ulteriori infiltrazioni dai serramenti. Oltre a disagi per i locali di servizio alle palestre.Da Palazzo Cernezzi fanno sapere che i lavori, in particolare quelli più urgenti, partiranno nel più breve tempo possibile. Le risorse sono state trovate, resta da capire come verranno programmati gli interventi e quanto dureranno.Di fatto ieri non risultano compiuti sopralluoghi sulle strutture da parte del Comune di Como.«Abbiamo di fronte 24 ore, le prossime – ha detto la preside del plesso, Simona Convenga – che sono delicatissime dato che c’è stata molta pioggia. Con venerdì (oggi, ndr) siamo al terzo giorno di allarme su questa situazione. Le parole chiave per noi sono buon senso e diligenza nell’attenzione al rispetto delle regole. Attendo fiduciosa che il Comune faccia al più presto sopralluoghi, non solo tecnici visto che si sono pronunciati gli assessori a Edilizia pubblica e Politiche educativa. C’è la massima disponibilità a collaborare con i tecnici comunali. Da quando mi sono insediata, l’11 settembre scorso, abbiamo peraltro già avuto quattro sopralluoghi. Intendo fare un appello ai genitori delle scuole coinvolte perché possano collaborare attivamente a salvare le scuole, ad esempio con suggerimenti e consulenze tecniche, mettendosi a disposizione come volontari in una logica di sussidiarietà, e non escluderei l’ipotesi di chiedere loro anche un tributo di scopo naturalmente il tutto nel rispetto delle normative e con tutti crismi della legalità».