Il grande freddo. Si potrebbe riassumere così, prendendo a prestito l’idea di Lawrence Kasdan, la situazione in cui si trova la maggioranza che governa il capoluogo lariano. Un grande freddo è calato sul centrodestra a Palazzo Cernezzi. Risultato di una serie di eventi non previsti, a partire dai (troppi) passaggi di gruppo che hanno ridisegnato la mappa consiliare tutta interna alla coalizione in carica da poco meno di un anno e mezzo.Dopo l’uscita dalla giunta di Forza Italia molti si aspettavano che il sindaco convocasse subito un tavolo del centrodestra per una verifica non formale.Senza i 5 consiglieri forzisti, infatti, la maggioranza non ha i numeri per governare.Mario Landriscina ha atteso forse qualche giorno di troppo e giunto al dunque non ha saputo trovare una sintesi.Lunedì pomeriggio, la riunione con i capigruppo e i responsabili dei partiti e della lista civica si è risolta in un nulla di fatto. Non un momento interlocutorio, piuttosto un passo pericolosamente all’indietro.I protagonisti diretti hanno evitato di fare dichiarazioni, se non di circostanza. E a distanza di 24 ore, quando è stato possibile avere qualche informazione in più, è apparso chiaro il motivo di questa scelta.Il sindaco non ha messo sul piatto il problema politico dell’uscita dalla giunta di Forza Italia. Ha chiesto ai rappresentanti del partito di Silvio Berlusconi se si sentissero ancora parte della coalizione e ha cercato rassicurazioni su due provvedimenti: la costituzione dell’azienda speciale per la gestione dei servizi sociali e la mozione di sfiducia dell’assessore Elena Negretti presentata dalla Lista Rapinese. Sul primo punto non dovrebbero esserci particolari problemi, anche Forza Italia è favorevole all’azienda speciale e non farà mancare i suoi voti.Sul secondo punto le cose sono totalmente diverse. Le mozioni di sfiducia sono votate a scrutinio segreto e la tentazione di fare lo sgambetto a un assessore è spesso irresistibile.Ma la questione vera resta un’altra: le “mani libere” dei forzisti. Il sindaco ha più volte ripetuto questo concetto, trovandosi di fronte un muro.Forza Italia ha infatti confermato che voterà soltanto ciò che era nel programma di governo. Tutto il resto dovrà essere discusso prima.Chi era presente alla riunione descrive un clima di muta tensione tra il vicesindaco, Alessandra Locatelli, rimasta in silenzio praticamente per tutta la durata della discussione, e i due rappresentanti azzurri.Se verifica politica doveva essere, il risultato è stato sicuramente negativo. Forza Italia ha preferito mantenere il suo ruolo di ago della bilancia e terrà sostanzialmente in ostaggio la maggioranza su ogni provvedimento importante.Fino a quando questo gioco potrà durare nessuno sa dirlo. La mozione di sfiducia dell’assessore Negretti sarà la prima trappola dalla quale tentare di uscire indenni.
Categoria: Territorio
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Como saluta lo Shanghai Team di nuoto
Stamattina i ragazzi dello Shanghai Team di nuoto che si stanno allenando in questi giorni con la Como Nuoto sono stati accolti in Comune dall’assessore allo sport Marco Galli e dalla presidente del consiglio comunale Anna Veronelli a nome dell’amministrazione cittadina, con la consegna di un omaggio ai giovani atleti.
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Como, stasera un consiglio comunale che si annuncia bollente. Le minoranze: «Sindaco non all’altezza»
Giunta Landriscina in bilico, le minoranze alla finestra osservano il grande caos che agita Palazzo Cernezzi. E lo stupore aumenta ora dopo ora. La decisione di Forza Italia di lasciare la squadra di governo della città, in attesa della formalizzazione dell’addio da parte degli assessori forzisti scatena dure prese di posizione. «A Palazzo Cernezzi manca una leadership: è questo il vero problema. E anche chi dovrebbe averla, ovvero il sindaco Landriscina, è ostaggio della Lega», dichiarano Stefano Fanetti e Tommaso Legnani, capogruppo in consiglio comunale e segretario cittadino del Pd. «È evidente ormai che non c’è più una maggioranza, ma un circo: gente che va e viene, partiti che ritirano gli assessori ma appoggiano lo stesso l’esecutivo, gruppi che votano con la minoranza su alcuni temi fondamentali eppure sono in maggioranza. Se non è uno spettacolo questo», aggiunge Legnani.«L’aspetto triste è che sono spaccati per lotte di potere, tutte interne ai loro equilibri, non su temi politici e scelte di percorso, comprensibili al cittadino medio – fa eco Fanetti – Insomma, è più importante la poltrona che il resto. Da tempo si notava che il sindaco, pur avendo sempre sostenuto il contrario, non era un uomo libero, ma succube dei partiti e della Lega in particolare. Una situazione blindata che ha impedito alla giunta di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale». Una realtà decisamente confusa che si avvia, questa sera, a una seduta di consiglio comunale decisamente insolita. Una riunione alla quale con ogni probabilità si dovrebbe arrivare con la formalizzazione dell’uscita di Forza Italia dalla giunta. Oppure no, andando però in scena con una realtà paradossale. «È assolutamente evidente la mancanza di coesione, così come altrettanto evidente è il “clima balcanizzato” della stessa: ognuno per sé. Il casus belli della “Commissione sicurezza” è soltanto l’ultimo episodio ad aver evidenziato come all’interno dell’esecutivo sia in corso una guerra, contesto in cui il sindaco appare incapace di dettare una linea politico/amministrativa e mantenere le redini della sua squadra – commentano da Svolta Civica – Purtroppo, il risultato di tutto ciò è una città immobile, incapace di guardare al futuro, ma anche di affrontare seriamente i piccoli problemi della quotidianità. A poco più di un anno dalle scorse elezioni, siamo in un clima di evidente incoerenza con le promesse elettorali, con i partiti che sostenevano la coalizione intenti unicamente a farsi la guerra».E in mezzo a questa situazione, a tratti sempre più paradossale, c’è anche chi evoca le elezioni come possibile o forse unica via d’uscita. «Siamo davanti all’ennesima dimostrazione dell’assoluta mancanza di coesione all’interno della squadra Landriscina – interviene il consigliere Alessandro Rapinese – Sarebbe per loro decisamente più decoroso andare a votare e presto. Chiarirsi le idee, presentare una squadra vera e, in concomitanza con le prossime elezioni europee, affidarsi subito alle urne. Certo non credo possa essere una strada per loro molto percorribile, ma almeno eviterebbero queste figuracce così ricorrenti. Così facendo infatti non fanno altro che dimostrare come siano in atto solo delle lotte interne. Il tutto mentre la città di Como dovrebbe invece risolvere molti problemi seri. Così facendo non si va da nessuna parte anzi si perde tempo prezioso». L’ultimo a intervenire, rivendicando le diversità del proprio gruppo politico di appartenenza rispetto ai partiti “tradizionali”, è il capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle, Fabio Aleotti che commenta quanto sta accadendo con stupore.«Forse alcuni meccanismi li capisco poco, magari è una mia lacuna, ma nel M5S siamo abituati a non essere indottrinati. Non essendo un partito politico tutte queste “manovrine” ci appaiono del tutto incomprensibili. Siamo per il fare e a Como di cose da fare ce ne sono veramente tante. È comunque fin troppo chiaro che quanto sta accadendo mette in luce la presenza di gravi problemi all’interno della maggioranza», dice Fabio Aleotti.
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Como, una denuncia per la truffa dello specchietto e cellulare rotto
I carabinieri di Como hanno denunciato un 46enne residente a Milano per truffa. Mercoledì in via Nino Bixio aveva inscenato un finto incidente stradale. Prima il contatto con lo specchietto retrovisore di un’auto e poi il raggiro, con il 46enne che riesce a farsi dare 100 euro a titolo di risarcimento per la rottura del telefono cellulare caduto durante il contatto.
In una nota diffusa oggi, i carabinieri di Como ricordano anche le altre truffe più frequenti eccole di seguito:
“FALSO NIPOTE”:− la vittima viene contattata telefonicamente da una persona che, dopo averle carpito abilmente informazioni riguardanti la propria sfera privata, si fa credere un nipote o un parente lontano che vive altrove e non vede da diverso tempo. Una volta stabilito questo legame affettivo, il truffatore manifesta l’impellente bisogno di denaro spingendo la vittima ad effettuare immediatamente un prelievo di denaro accompagnata da un complice che raggiunge, nell’immediatezza, l’abitazione della vittima;− due uomini a bordo di un veicolo avvicinano la vittima, persona anziana, sulla pubblica via e, dopo averla avvicinata con modi garbati presentandosi come addetti alla consegna, le mostrano un pacchetto affermando di aver un computer ordinato dal figlio/nipote. In alcuni casi i malviventi hanno finto di prendere contatti con il nipote dell’anziano per validare il racconto. Fanno quindi salire l’anziano sulla loro auto e lo accompagnano a prelevare i soldi necessari per pagare la consegna del pacchetto. Una volta ottenuto l’indebito pagamento consegnano all’anziano un pacchetto che contiene oggetti di scarso valore.
“FALSI FUNZIONARI”:E’ il tipo di truffa perpetrata con maggior frequenza. I malviventi accedono alle abitazioni delle anziane vittime qualificandosi come:− operatore comunali o delle aziende fornitrici dei servizi di erogazione di acqua, luce o gas, con il pretesto della lettura dei contatori o di verificare se si effettua la raccolta differenziata;− funzionari INPS o dell’Agenzia delle Entrate, con il pretesto di dover controllare la posizione pensionistica o contributiva;− assistenti sociali, con il pretesto di dover valutare le condizioni di salute o di vita dell’utente;− funzionari del Catasto, con il pretesto di dover misurare l’appartamento;− dipendenti dell’acquedotto comunale che accedono in casa di anziani accompagnati da complici, spesso indossando delle casacche rifrangenti, con la scusa del controllo al rubinetto per verificare eventuali perdite alle tubature. Nell’abitazione, il tecnico armeggia sul rubinetto (senza farsi notare dall’anziano, distratto dal complice, spruzza da una bomboletta del gas) e poi riferisce della perdita di gas, consigliando all’anziano di riporre in un sacchetto denaro e monili all’interno del frigorifero, in quanto la riparazione prevede l’utilizzo di una sostanza che potrebbe danneggiare gli oggetti di valore. Dopo poco, il tecnico si allontana rassicurando il cliente. All’anziano non rimane che constatare l’ammanco dei soldi e gioielli dal frigo, verosimilmente asportati dal complice del tecnico all’atto della riparazione;
“FINTO CARABINIERE”:− una coppia di truffatori, quasi sempre un uomo e una donna, riesce ad avere accesso all’abitazione dell’anziana vittima presentandosi la donna, come dipendente comunale ed in quanto tale si fa accompagnare nell’appartamento con il pretesto di effettuare dei controlli sullo smaltimento dei rifiuti, mentre l’uomo, che giunge poco dopo, come maresciallo dei carabinieri che necessita di effettuare un sopralluogo a seguito di furti avvenuti poco prima nella zona. L’anziano, solo in casa, con due estranei ed incalzato dal finto maresciallo che gli rivolge insistenti domande, si fa facilmente distrarre, consentendo così alla finta dipendente comunale di impossessarsi del contante e dei gioielli per poi fuggire con il complice;− i malviventi si presentano come carabinieri e, dopo aver avuto accesso all’abitazione, fingono un precedente furto ai danni della stessa vittima riferendo di aver arrestato un gruppo di nomadi con refurtiva della quale devono accertare la provenienza. Con tale pretesto si fanno mostrare dall’ingenua vittima il denaro ed i preziosi tenuti in casa che vengono quindi facilmente asportati;− variante del “FALSO AVVOCATO”: i malfattori contattano telefonicamente le vittime chiedendo loro denaro, quale risarcimento per asseriti incidenti stradali o al fine di oblare eventuali contravvenzioni al C.d.S. o, ancora, per procedere al risarcimento in sede civile dei danni causati da un loro familiare, asseritamente in “stato di fermo”presso Reparti dell’Arma. I malviventi spiegano alla vittima che il familiare potrà essere posto in libertà solo in seguito al pagamento di una somma da consegnare nelle mani di un sedicente avvocato.
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«Comodepur, troppo costoso spostare i fanghi dalla città»
Il comitato “Puzzadepur” da anni si batte per far eliminare i cattivi odori provenienti dall’impianto di depurazione di viale Innocenzo.E nonostante da Comodepur arrivino notizie in apparenza positive – si parla di un piano per sconfiggere i miasmi – i cittadini che ormai da tempo convivono con i cattivi odori sembrano essere scettici. Ma ecco le ultimissime novità: nei giorni scorsi il neo eletto presidente di Como Acqua, la società che dal 2019 gestirà il servizio idrico in provincia di Como e che avrà tra le sue competenze anche quella su Comodepur, ha avanzato il progetto di trasportare i fanghi, attraverso una condotta, dall’attuale ubicazione in viale Innocenzo fino al sito “La Guzza”, a ridosso dell’inceneritore di Acsm Agam. Operazione da 4 milioni di euro che eliminerebbe anche i disagi olfattivi. Operazione che però non convince pienamente il comitato Puzzadepur.«Si sono fatti tanti discorsi nel tempo su questo problema senza mai arrivare a nulla di concreto – , afferma il responsabile del comitato, Gianluca Roncoroni – Se così fosse saremo ovviamente contenti anche se lo spostamento dei fanghi non risolverebbe definitivamente i problemi legati agli odori. Forse l’unica differenza con i ragionamenti del passato e che ci fa sperare sono le parole del presidente di Como Acqua che ha parlato di quest’operazione come di un intervento necessario per limitare gli attuali costi di smaltimento dei fanghi. Ecco, allora visto che l’operazione potrebbe essere motivata dal conto economico forse potrebbe concretizzarsi in qualcosa di utile anche per noi».Ma a spegnere questo barlume di speranza interviene Fabio Bulgheroni, presidente della Commissione di controllo analogo di Como Acqua che svolge funzioni di vigilanza, verifica e indirizzo strategico per la società Como Acqua. «Mi sembra in tutta onestà un’utopia. Una cifra simile, si parla di 4 milioni di euro a essere ottimisti, mi pare una somma proprio fuori portata. Inoltre un’investimento simile non è presente nel piano di investimenti dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) – spiega Bulgheroni – Certo si potrebbe prevedere una variazione in tal senso ma bisognerebbe innanzitutto trovarle queste risorse. Oltre al fatto che la società Como Acqua, quando inizierà il suo percorso vero e proprio dal prossimo anno, avrà sicuramente ben altre questioni da affrontare in maniera prioritaria. E proprio delle tematiche più urgenti sul tavolo si è parlato in una recente riunione tra il sottoscritto, il neo eletto presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca e il numero uno di Como Acqua Enrico Pezzoli».Si tratta dunque di una valutazione – quella di natura economica e logistica – che ha parecchi ostacoli da superare senza dimenticare che il sito scelto per l’eventuale trasferimento dei fanghi – località La Guzza – è al confine con il comune di Casnate con Bernate e con l’oasi naturalistica del Wwf presente sul territorio. E se gli ambientalisti farebbero senz’altro sentire la loro voce, chi ha già parlato è Cristina Saccoccio, vicesindaco di Casnate con Bernate, che ha voluto rassicurare i concittadini garantendo la massima vigilanza sull’operazione qualora dovesse andare avanti.Nel frattempo, un ultimo intervento di Bulgheroni è relativo all’immediato futuro. «Quanto prima – conclude – convocherò una seduta della commissione da me presieduta e metterò all’ordine del giorno proprio questo tema per capire lo stato dell’arte».
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Comodepur, troppo costoso spostare i fanghi dalla città» Bulgheroni (Como Acqua) indica l’assenza di risorse
Il comitato “Puzzadepur” da anni si batte per far eliminare i cattivi odori provenienti dall’impianto di depurazione di viale Innocenzo.E nonostante da Comodepur arrivino notizie in apparenza positive – si parla di un piano per sconfiggere i miasmi – i cittadini che ormai da tempo convivono con i cattivi odori, sembrano essere scettici. Ma ecco le ultimissime novità: nei giorni scorsi il neo eletto presidente di Como Acqua, la società che dal 2019 gestirà il servizio idrico in provincia di Como e che avrà tra le sue competenze anche quella su Comodepur ha avanzato il progetto di trasportare i fanghi, attraverso una condotta, dall’attuale ubicazione in viale Innocenzo fino al sito “La Guzza” a ridosso dell’inceneritore di Acsm. Operazione da 4 milioni di euro che eliminerebbe anche i disagi olfattivi. Operazione che però non convince pienamente il comitato Puzzadepur. «Si sono fatti tanti discorsi nel tempo su questo problema senza mai arrivare a nulla di concreto. Se così fosse saremo ovviamente contenti anche se lo spostamento dei fanghi non risolverebbe definitivamente i problemi legati agli odori. Forse l’unica differenza con i ragionamenti del passato e che ci fa sperare sono le parole del presidente di Como Acqua che ha parlato di quest’operazione come di un intervento necesario per limitare gli attuali costi di smaltimento dei fanghi. Ecco, allora visto che l’operazione potrebbe essere motivata dal conto economico forse potrebbe concretizzarsi in qualcosa di utile anche per noi», aggiunge il responsabile del comitato Gianluca Roncoroni. Ma a spegnere questo barlume di speranza interviene Fabio Bulgheroni, presidente della Commissione di controllo analogo di Como Acqua che svolge funzioni di vigilanza, verifica e indirizzo strategico per la società Como Acqua. «Mi sembra in tutta onestà un’utopia. Una cifra simile, si parla di 4 milioni di euro a essere ottimisti, mi pare una somma proprio fuori portata. Inoltre un’investimento simile non è presente nel piano di investimenti dell’Ato (ambito territoriale ottimale) – spiega Bulgheroni – Certo si potrebbe prevedere una variazione in tal senso ma bisognerebbe innanzitutto trovarle queste risorse. Oltre al fatto che la società Como Acqua quando inizierà il suo percorso vero e proprio dal prossimo anno avrà sicuramente ben altre questioni da affrontare in maniera prioritaria. E proprio delle tematiche più urgenti sul tavolo si è parlato in una recente riunione tra il sottoscritto, il neo eletto presidente della provincia di Como Fiorenzo Bongiasca e il numero uno di Como Acqua Enrico Pezzoli». Si tratta dunque di una valutazione – quella di natura economica e logistica – che ha parecchi ostacoli da superare senza dimenticare che il sito scelto per l’eventuale trasferimento dei fanghi – località La Guzza – è al confine con il comune di Casnate con Bernate e con l’oasi naturalistica del Wwf presente sul territorio. E se gli ambientalisti farebbero sentire la loro voce, chi ha già parlato è Cristina Saccoccio, vicesindaco di Casnate con Bernate che ha voluto rassicurare i concittadini garantendo la massima vigilanza sull’operazione qualora dovesse andare avanti.Nel frattempo un ultimo intervento di Fabio Bulgheroni si concentra sul futuro. «Quanto prima convocherò una seduta della commissione da me presieduta e metterò all’ordine del giorno proprio questo tema per capire lo stato dell’arte», conclude Bulgheroni.
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Con l’Archeologica al parco di Tremona
Veduta aerea del parco
Domani, sabato 12 maggio, alle 15 la Società Archeologica Comense propone una visita guidata del Parco Archeologico di Tremona Castello a cura del professor Alfio Martinelli che ha diretto l’importante scavo. Per raggiungere Tremona da Chiasso, via S. Gottardo, seguire la strada 2 fino all’ingresso del paese di Mendrisio, poi seguire le indicazioni per Tremona e Castello di Tremona. Alle ore 14,45 è fissato il ritrovo dei partecipanti a Tremona. Il sito archeologico è raggiungibile solo a piedi, in 10 minuti, percorrendo il sentiero che parte da Tremona (via al Castello). Si consigliano scarpe idonee.
Tremona-Castello, una collina che domina tutto il territorio del Mendrisiotto e le aree di confine dell’Italia settentrionale, ha attratto l’attenzione dell’uomo sin dal Neolitico inferiore, circa 6500 anni fa. E da quel momento, la frequentazione si protrae senza soluzione di continuità attraverso l’Eneolitico o Età del rame, la prima Età del ferro (cultura di Gola secca, IX- IV secolo a.C. in particolare), la romanità (III-V secolo d.C.), il Medioevo e poi, anche se solo sporadicamente, fino alla seconda guerra mondiale, quando, sempre grazie alla posizione strategica, la collina ha visto la presenza dei militari a controllo della vicina frontiera. A partire dagli anni Novanta, gli scavi condotti dall’Associazione ricerche archeologiche del Mendrisiotto (ARAM), sotto la sorveglianza dell’Ufficio dei beni culturali, hanno riportato alla luce la struttura muraria di un insediamento fortificato sulla collina, insieme a numerosi reperti.
Raccogliendo le intenzioni dell’ex comune di Tremona, la città di Mendrisio ha dato seguito e compimento al desiderio di valorizzare questo patrimonio e di creare un Parco archeologico nel territorio con annesso uno spazio espositivo. Grazie al lavoro congiunto di diversi partner (ARAM, Ufficio dei beni culturali, Patriziato di Tremona, Organizzazione turistica regionale Mendrisiotto e basso Ceresio, Società svizzera degli impresari costruttori sezione Ticino, Commissione del quartiere di Tremona, Fondazione Monte San Giorgio), il progetto di Parco archeologico muove i primi passi ispirandosi al modello di “museo all’aperto”. Una volta completato, il progetto comprenderà il sito degli scavi, il bosco e i terrazzamenti circostanti, l’Antiquarium, il percorso che raggiunge la collina, la rete pedestre e la rivalutazione delle Cave di marmo di Arzo.Il Parco archeologico s’inserisce nel contesto del sito UNESCO Monte San Giorgio, con i suoi giacimenti del Triassico medio e il Museo dei fossili di Meride. Lo studio minuzioso dei reperti e il loro confronto con le conoscenze scientifiche hanno permesso di ricostruire le fasi e le caratteristiche dell’insediamento di Tremona-Castello. Il Parco archeologico offre una ricostruzione dettagliata della storia e della vita quotidiana del villaggio rurale medievale attraverso un percorso animato da pannelli illustrativi in due lingue (italiano e inglese). I visitatori possono quindi apprendere l’importanza strategica dell’insediamento collinare di quell’epoca e scoprire come signori e contadini vivevano, costruivano le loro case e morivano, attraverso figure e aspetti avvincenti quali il fabbro e la sua officina, la donna e le sue attività, le abitazioni e l’alimentazione.
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Concerto al buio con Picco al Sociale per fermare la cecità
Arriva a Como la tournée del “Concerto al buio” di Cesare Picco promossa da Cbm Italia Onlus, ingresso libero con obbligo di prenotazione. L’appuntamento è al Teatro Sociale di Como in piazza Verdi (foto) martedì 27 novembre alle ore 20.30. Il buio assoluto che non ti aspetti, capace di sconvolgere l’uso comune dei sensi. Un concerto straordinario, unico nel suo genere, che diventa un viaggio in quella parte di noi stessi con la quale non siamo abituati a confrontarci. Tutto questo è “Blind Date – Concerto al buio”, format ideato nel 2009 dal pianista e compositore Cesare Picco che sta toccando i principali teatri italiani. Le poetiche improvvisazioni pianistiche di Cesare Picco ritornano dunque a mostrare l’altra faccia della musica, capace più di altre espressioni artistiche, di trasportare lo spettatore in una dimensione ignota. Il “Blind Date”, che sarà in programma tra ottobre e dicembre a Milano, Verona, Siena, Como, Asti, Trento e Genova, non è infatti solo un concerto, ma un’esperienza sensoriale di grande impatto emotivo, che scavalca i confini della musica e non si ferma alla sola melodia, per immergere il pubblico in una realtà sconosciuta ai più: il buio che non lascia spazi, spaventa e angoscia, impedendo di vivere in maniera libera e spensierata, come accade a tutti coloro che hanno il dono della vista. Il concerto inizia infatti in penombra; poco alla volta ogni fonte di luce si spegne, in sala si raggiunge l’oscurità più assoluta per circa mezz’ora, infine la luce riappare come segno di ritorno alla vita.
Nell’alternanza luce-buio-luce, il Concerto ben interpreta il ritorno alla speranza che vivono le persone cieche aiutate ogni anno da Cbm nei Paesi del Sud del mondo. Milioni di persone che, grazie a una semplice operazione chirurgica o a un lavoro di prevenzione, tornano a vedere e a riabbracciare la vita e che saranno beneficiarie della nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Fermiamo la cecità. Insieme è possibile”.
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Concerto benefico nella Basilica di San Fedele
La onlus“Tra Capo e Collo”organizza il concerto benefico“Cammino musicale al Sacro Monte di Ossuccio”.
L’appuntamento è persabato 5 maggioalle ore21nella Basilica di San Fedele a Como. Si esibirà il coro polifonico “Pieve d’Isola”, diretto da Guido Bernasconi. La voce recitante sarà quella di Angiola Baggi. A partire dalle 20.30 è prevista la proiezione di diapositive sul tema della serata.
L’ingresso è a offerta libera. Il ricavato sarà destinato all’associazione comasca che si occupa dell’assistenza socio-sanitaria dei pazienti affetti da malattia oncologica del distretto testa-collo e dei loro familiari.
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Concerto con la Famiglia Sala nella chiesa di San Donnino
Oggi, sabato 22 dicembre alle ore 16 nella chiesa di San Donnino in via Diaz, Comocuore organizza un concerto di musiche natalizie con il Gruppo Vocale Famiglia Sala. L’ingresso è libero. Al termine del concerto è prevista una breve esibizione dello stesso gruppo allo Spazio Natta, dove è in corso di svolgimento la mostra “Caro Babbo Natale…”, organizzata sempre da Comocuore e che si concluderà lunedì 24 dicembre.