Categoria: Notizie locali

  • Dick Marty: «L’economia svizzera senza i frontalieri non starebbe in piedi»

    Dick Marty: «L’economia svizzera senza i frontalieri non starebbe in piedi»

    «Credo che il filo conduttore che ha segnato il mio percorso sia stato l’interesse per la giustizia. La giustizia intesa come equità e rispetto dei diritti di ogni individuo e non, o almeno non solo, come quell’istituzione fredda e austera che è il diritto. Come la intendeva Camus: “La giustizia non è solo un’idea ma calore dell’anima”».Queste parole, prese dalle ultime pagine del suo libro, sono efficaci per riassumere la vita e il lavoro di Dick Marty, giurista, magistrato e politico svizzero.«E pensare che avrei voluto studiare psichiatria – racconta Dick Marty (un nome poco svizzero, nonostante sia nato e cresciuto a Lugano, scelto dalla madre dopo la lettura di un romanzo) – quando però al liceo ebbi un colloquio sulla scelta universitaria con due psichiatri, il loro atteggiamento mi lasciò perplesso e così scelsi diritto e criminologia».Dal più grande sequestro di eroina in Svizzera alle prigioni segrete della CIA, dal traffico di organi in Kosovo ai diritti umani in Cecenia: le inchieste giudiziarie di Dick Marty sono degne delle trame di un film, così come la storia dei memorabili incontri con delinquenti, vittime e politici (tra cui Fidel Castro, il ceceno Ramzan Kadyrov, Bashar al-Assad, Giulio Andreotti e Recep Tayyip Erdogan). Eventi che l’ex magistrato ripercorre in un’autobiografia, Una certa idea di giustizia, scaturita dopo un “incidente neurologico”, una temporanea perdita della memoria dovuta allo stress che lo ha spinto a rimettere ordine nelle vicende della sua esistenza e a interrogarsi sull’essere umano e sulla sua ricerca di giustizia. Dick Marty trae spunto dai casi trattati, dai successi e dai fallimenti in politica per riflettere sul senso del suo lavoro, intrecciando temi di filosofia, antropologia e sociologia.Dottor Marty, innanzitutto che cosa pensa delle campagne contro i frontalieri e del video del comitato promotore del referendum che ha suscitato molte polemiche in Italia?«Trovo vergognoso quel filmato, soprattutto perché usa il volto di una bambina… l’economia svizzera senza il lavoro dei frontalieri non starebbe in piedi, è una semplice questione di numeri, la Svizzera è un paese piccolo e i 66mila frontalieri sono necessari alla nostra sopravvivenza. Di recente, per esempio, ho installato un impianto geotermico nella mia abitazione, la metà degli artigiani erano frontalieri, per altro molto qualificati. I ticinesi vogliono fare gli avvocati gli architetti, lavorare nelle banche… mancano operai qualificati e i giovani laureati più brillanti cercano lavoro nella Svizzera interna».Lei ha combattuto contro i cartelli della droga che portavano i proventi dello spaccio nelle banche svizzere, oggi come vede la lotta al traffico di stupefacenti?«C’è stato un tempo in cui ero convinto che la repressione fosse sufficiente per fermare il fenomeno della criminalità legata allo spaccio, ma, come scrivo nel mio libro, non riesce quasi mai a colpire il cuore del crimine organizzato e i profitti immensi sono molto graditi a chi opera in ambienti finanziari che nulla vogliono sapere della provenienza dei soldi; gli stessi che, per alleggerirsi la coscienza, reclamano perché le strade dei loro quartieri sono piene di spacciatori. Io ritengo che la tossicodipendenza sia un problema sanitario e non criminale. L’ultimo report dell’Ufficio federale della Sanità pubblica rileva che i numeri dell’alcolismo sono ben più drammatici».Negli anni ’80 fu tra i primi giovani magistrati a chiedere disposizioni efficaci contro il riciclaggio e i cosiddetti “cowboy” della finanza, ed ebbe tutti contro…«Fui accusato di essere un nemico dalla piazza finanziaria, di essere un comunista, io che ho sempre avuto idee liberali… ma evidentemente i tempi non erano maturi. È ovvio che dove ci sono ingenti flussi di denaro c’è il rischio che si introduca la criminalità, ma oggi c’è una maggiore assistenza giudiziaria internazionale e se un magistrato vuole fare chiarezza sulla provenienza del denaro ha meno difficoltà, basta vedere le indagini su presunti fondi nascosti in paradisi fiscali dall’ex sovrano spagnolo Juan Carlos».Lei si è occupato delle prigioni segrete per presunti terroristi, di torture e delle “black list” in cui sono finite anche persone innocenti. Come conciliare il bisogno di sicurezza, e quindi il ricorso anche al segreto di Stato, con la trasparenza che rende un Paese democratico?«Conoscere è potere. La giustizia è una questione di potere e non dovrebbe esserlo, non dire tutto rafforza il potere. Non nego che il segreto di Stato sia legittimo quando serve a tutelare un bene giuridico importante come la vita delle persone, ma deve essere riverificato e limitato nel tempo. La vera nemica della democrazia è l’indifferenza».Ha qualche cruccio, ripensando alle sue inchieste e al suo impegno politico?«A volte mi chiedo se è stato utile quello che ho fatto. Mi dicono che sono stato coraggioso. Ma non è questione di coraggio, bisogna prendere la decisione giusta al momento giusto e io spero di averlo sempre fatto».

  • Domenico Dara protagonista a Erba con il suo nuovo romanzo

    Domenico Dara protagonista a Erba con il suo nuovo romanzo

    Alla libreria Colombre di Erba in via Plinio 27 sabato 26 settembre, alle ore 17.30, ci sarà un incontro con lo scrittore Domenico Dara per la presentazione del suo nuovo romanzo “Malinverno” edito da Feltrinelli. Una fiaba moderna per tutte le età, romantica e gotica, ambientata in un paese fiabesco, Timpamara dove Astolfo Malinverno è il bibliotecario al pomeriggio ma alla è il guardiano del cimitero. Lettore dalla vivida immaginazione, Astolfo mescola le storie dei romanzi – per i quali inventa nuovi finali – con quelle dei compaesani, dei forestieri, dei lettori della biblioteca e dei visitatori del cimitero, dei vivi e degli estinti. Domenico Dara unisce il talento dei narratori orali a una scrittura sospesa nel tempo: “Malinverno” è un romanzo pieno d’incanto sui libri, sul potere delle storie, dell’immaginazione, dell’amore. Inoltre sabato 3 ottobre, sempre alle ore 17.30, ci sarà un incontro con Gian Pietro Testori per la presentazione del libro “Quel brutto inverno in Brianza” edito da Bellavite con la partecipazione di Pierangelo Galletti. Ingresso su prenotazione alla mail info@colombre.org o al numero 031.610.999.

  • E Laura Bordoli rimette a nuovo i giardinetti

    L’iniziativa firmata PdlLaura Bordoli, candidata sindaco di Como per il Pdl, è scesa in campo ieri per il rilancio degli spazi di aggregazione pubblici del capoluogo lariano. Nel primo pomeriggio si è presentata ai giardinetti di via dei Mille (angolo via Anzani), con altri trenta militanti azzurri tra i quali alcuni candidati consiglieri, per l’operazione “Prendiamoci cura del bene in comune”. Il gruppo si è dato da fare con rulli, vernici e pennelli per rimettere a nuovo le panchine e dare una veste più decorosaal parco pubblico. «È un gesto simbolico – ha detto la Bordoli – In un clima di disaffezione dalla politica è importante un segnale di concretezza. La cura per le aree pubbliche non è mai banale». Il 2 maggio i “volontari azzurri” capeggiati dalla Bordoli si prenderanno cura degli storici giardini di via Perti, proprio accanto a Palazzo Cernezzi.

  • Accordi sulle tasse dei frontalieri, la difesa italiana

    Accordi sulle tasse dei frontalieri, la difesa italiana

    Accordi bilaterali sulla fiscalità dei frontalieri di nuovo a rischio? I parlamentari di maggioranza e opposizione respingono il nuovo attacco del Canton Ticino a trazione leghista, che forte di una perizia dell’Università di Lucerna ritiene possibile la «disdetta unilaterale» degli accordi del 1974 e, come vorrebbe il consigliere di stato ticinese, Lorenzo Quadri, il blocco dei ristorni dei frontalieri. «Soldi che servono al nostro Cantone» ha detto l’esponente della Lega di Ticinesi. La risposta da parte italiana non si è però fatta attendere.«Al di là dei titoli e dei facili proclami, ho letto la perizia dell’Università di Lucerna e mi pare tutt’altro che facile addivenire alla disdetta unilaterale», interviene il senatore del Pd, Alessandro Alfieri, varesino e da sempre in prima linea per le questioni del frontalierato. «C’è tutto il tempo per fare le cose per bene. Sono al lavoro per studiare con calma delle modifiche – aggiunge Alfieri – che non penalizzino lavoratori e Comuni di frontiera. L’accordo del 2015 fu un errore, non va bene e va modificato, era troppo penalizzante. Ricordo infine al Canton Ticino e alla Regione Lombardia che gli accordi si fanno tra gli Stati e tra governi. In ogni caso le regole non si cambiano per chi sta lavorando attualmente in Svizzera, tutte le modifiche ci potranno essere per i prossimi lavoratori».«Rispetto per il parere accademico, ma non siamo nuovi a esternazioni fantasiose del partito cugino della lega salviniana – commenta il parlamentare comasco dei Cinquestelle, Giovanni Currò – Siamo estremamente fiduciosi che non sia necessaria alcuna rescissione naturale. Tra noi e la Svizzera ci sono eccellenti rapporti, lo dimostra anche l’incontro tra il Ministro degli Esteri Di Maio e il suo omologo Cassis. Purtroppo constatiamo che ci sono forze politiche che giocano ad alimentare la tensione».Anche dai banchi dell’opposizione, il leghista Eugenio Zoffili, presidente del Comitato Bicamerale Schengen, rassicura i frontalieri. «Questa richiesta è assolutamente inapplicabile – commenta – Bisognerà trovare un accordo, una mediazione sul fatto che l’accordo ha quasi 50 anni e racconta un mondo diverso, bisognerà attualizzarlo, ma sicuramente non si può pensare che si possa parlare di doppia imposizione per i lavoratori frontalieri italiani». Zoffili ricorda che Svizzera dall’ anno prossimo «ci sarà il salario minimo garantito che creerà situazioni di difficoltà per i nostri frontalieri. Bisogna trovare accordo e su questo il governo Italiano è stato più volte sollecitato». La Lega, assicura Zoffili, si impegnerà per tutelare i frontalieri attraverso i suoi rappresentanti a Milano, Roma e Bruxelles.«Finché il governo italiano che, dal 2011 promette miracoli per i frontalieri, non si decide ad affrontare con serietà e concretezza la pletora di problemi che interessano il vasto mondo del frontalierato, questi saranno i risultati – dice Alessio Butti, deputato comasco di Fratelli d’Italia – Gli arroganti e gli sprovveduti si fanno forti, da una parte e dall’altra dell’incertezza che regna sulla materia. Si sente e si legge tutto e il suo contrario. Da anni ho avanzato proposte che sotto il profilo previdenziale, fiscale, assicurativo-sanitario, migliorerebbero sensibilmente le cose e chiuderebbero definitivamente la bocca ai polemisti svizzeri in servizio permanente effettivo. In particolare la delusione che emerge dal lavoro dei governi Renzi e Conte, uno e due, credo sia oggettiva. Meno slogan, più conoscenza del problema e più soluzioni».Raffaele Erba, consigliere regionale dei Cinquestelle chiama infine in causa anche la Regione. Ricorda «le dichiarazioni shock di Fontana che avrebbe voluto tutti i ristorni (o quasi) per la Lombardia a scapito di una maggior imposizione fiscale per i frontalieri».«Fortunatamente tutto è rientrato – prosegue – Ora è la volta della Lega Ticinese che cerca di alzare ulteriori clamori, sollevando lo spettro di fantasiose risoluzioni unilaterali. Sappiamo però che la strada per nuovi accordi deve necessariamente passare da un ampio confronto con i territori. Anche a livello regionale si passi dalle parole ai fatti».

  • Alpinista di Cabiate soccorso dopo essere scivolato per 50 metri

    Un alpinista di Cabiate e uno di Giussano, in provincia di Monza Brianza, sono stati soccorsi ieri sui monti in provincia di Sondrio, sul ghiacciaio del Suretta, sopra Montespluga, a circa 2900 metri di altitudine. Il Soccorso alpino (VII Delegazione Valtellina Valchiavenna) e il Soccorso alpino della Guardia di finanza sono stati allertati poco dopo le 13 perché i due escursionisti, 68 e 70 anni, erano scivolati per una cinquantina di metri, mentre stavano scendendo sotto la Punta Nera. Uno dei due aveva una sospetta lussazione alla spalla e hanno quindi chiesto aiuto. I feriti sono stati trasportati in ospedale con l’elisoccorso di Como.

  • Arriva il Giro di Lombardia Le immagini del Lario faranno il giro del mondo: in collegamento 185 Paesi

    Gli spettatori di 185 Paesi del mondo vedranno le immagini televisive di Como e del suo territorio: un indotto fondamentale per il Lario dal Giro di Lombardia, la “classica-monumento” del ciclismo che si disputa oggi, giorno di Ferragosto. Partenza da Bergamo alle 12.25 e arrivo in piazza Cavour dopo le 18 (tutto dipende dalla media tenuta dai corridori). Prima del traguardo in riva al lago i protagonisti dovranno scalare Ghisallo, il terribile Muro di Sormano, Civiglio e Valfresca.Come è noto, per la situazione sanitaria legata al Coronavirus – che ha portato allo spostamento in calendario della corsa, solitamente programmata in autunno – appassionati e tifosi non potranno assistere al passaggio dei ciclisti e all’arrivo.L’intera manifestazione organizzata da Rcs Sport sarà a porte chiuse, ma la vetrina internazionale sarà garantita dalla copertura televisiva in tutti e cinque i continenti. In Italia l’inizio della diretta su Rai2 sarà a partire dalle 15.30.Organizzatori e amministratori dei paesi interessati dal passaggio del “Lombardia” ripetono da giorni l’appello a rispettare le regole.«Disputare la corsa è un traguardo e un segnale importante di ripartenza che viene mandato dal nostro Paese a tutto il mondo», ha detto il direttore ciclismo di Rcs Sport Mauro Vegni, che poi ha aggiunto: «A noi per primi spiace il fatto che si debba rinunciare agli appassionati a bordo strada, ma è una situazione contingente legata all’emergenza sanitaria. Le partite di calcio si disputano con le porte degli stadi chiuse, al pari di quelle di Formula 1, ad esempio».«Lo stesso sacrificio viene richiesto ai tifosi del nostro sport, ma guardiamo al lato positivo – conclude Vegni – Mesi fa non si sapeva come e quando sarebbe ripartito lo sport: ora stiamo vivendo la vigilia di un grande evento come il “Lombardia”, che arriva a una settimana di distanza da un’altra classica come la Milano-Sanremo. Pur fra tante difficoltà abbiamo ricominciato: sotto il fronte organizzativo l’Italia sta dando una prova importante a livello globale». La “classica” che si chiude oggi sul Lario va infatti in scena negli stessi giorni in cui gli organizzatori dei Mondiali di Aigle-Martigny in Svizzera – che erano previsti dal 20 al 27 settembre – hanno comunicato ufficialmente all’Unione ciclistica internazionale la loro rinuncia, sempre per problematiche legate al Coronavirus.Un Giro di Lombardia che si annuncia dagli elevati contenuti agonistici, con il confronto generazionale tra i giovani, capitanati dal 20enne belga Remco Evenepoel e la “vecchia guardia”, che ha come riferimento il 36enne Vincenzo Nibali, che nelle ultime uscite ha mostrato un ottimo stato di forma e che in piazza Cavour ha già trionfato nel 2015 e nel 2017.L’obiettivo è entrare in un albo d’oro che comprende grandi nomi come Fausto Coppi (cinque affermazioni per il “Campionissimo”), Gino Bartali, Felice Gimondi, Eddy Merckx e, in tempi più recenti, Damiano Cunego, Philippe Gilbert, Paolo Bettini fino ad arrivare al vincitore dello scorso anno, il 34enne olandese Bauke Mollema.Una corsa che darà, come detto, visibilità mondiale al territorio comasco e alle sue bellezze. Il rilancio, dopo l’emergenza Coronavirus – discorso valido pure per Bergamo, che ospita la partenza – è caratterizzato da questi eventi.«La ripartenza di Bergamo passa anche dal “Lombardia” – ha sottolineato in sede di presentazione Giorgio Gori, sindaco della città orobica – Vogliamo lasciare alle spalle le dolorose vicende della scorsa primavera e rilanciarci al mondo con i nostri luoghi d’arte, di cultura, di fascino e di grande sport, ancora più belli e forti di prima».Parole rilanciate dal collega di Como, Mario Landriscina: «Mostreremo a tutti la nostra voglia di riscatto – ha spiegato il primo cittadino del capoluogo lariano – il risultato del lavoro di tutti: ognuno ha dato il suo contributo. Scopriremo con gioia di aver voluto affrontare i problemi con determinazione e forza di volontà. Abbiamo voluto questa manifestazione e Como è pronta a farlo vedere a tutto il mondo. Affrontiamo l’impegno per il “Lombardia” con gli stessi valori dei ciclisti: impegno, fatica passione, spirito di sacrificio e partecipazione».La gara non dimenticherà i drammatici momenti passati dal territorio che oggi ospiterà il confronto tra i campioni del pedale: alla partenza del 114° “Lombardia” sarà infatti osservato un minuto di silenzio nel ricordo delle persone scomparse a causa del Coronavirus.Massimo Moscardi

  • Banconote false al Casinò, fermato 46enne

    CAMPIONE D’ITALIAEra andato a giocare al Casinò di Campione d’Italia con banconote da 50 e 100 euro false. Un uomo di 46 anni è stato messo sotto controllo dal servizio di sicurezza della casa da gioco, previa segnalazione ai carabinieri, e attraverso le videoregistrazioni sono state tenute sotto controllo le sue attività all’interno del Casinò. Un monitoraggio che ha consentito di acquisire le prove tecniche dello spaccio di banconote false con le medesime matrici di quelle che già erano state rintracciate. Il 46enne, colto in flagranza di reato, è stato di conseguenza fermato dal personale di sicurezza del Casinò, con supervisione di uomini dei carabinieri in borghese. Le operazioni sono state condotte con la discrezione più opportuna, scongiurando possibili disagi ai tavoli da gioco.

  • Baresani, a lezione di scrittura da Pontiggia

    La vincitrice del premio “Città di Como”Un meccanismo bene orchestrato, che avvince il lettore, per mettere a nudo senza sconti, con crudo realismo, le contraddizioni della società di oggi. Il romanzo di Camilla Baresani Il sale rosa dell’Himalaya, edito da Bompiani, ha vinto di recente la sezione dedicata alla narrativa edita del premio letterario “Città di Como”, per la capacità di indagare nei nodi della società contemporanea. È la storia di una giovane rampante, che viene rapita e seviziata da due loschi figuri. Ma c’è molto di più. Anzitutto c’è l’abilità nel costruire una trama ad alta tensione, innestandola con spunti e riflessioni che mettono il dito nelle tante piaghe del vivere di oggi: la violenza dilagante, specie contro le donne; e poi l’onnipresenza sempre più pervasiva dei social network e della comunicazione, il carrierismo esasperato, la crisi che morde e spersonalizza mettendo al centro la merce e il denaro e non l’individuo, e la famiglia di stampo “borghese” il cui statuto vacilla ogni giorno di più, la classe media che viene costantemente messa in discussione nei suoi fondamenti.

    «Il lettore si identifica in questa storia, che si avvia a diventare anche un film – dice Camilla Baresani – perché tocca corde che sono di tutti: la paura della violenza, ma anche di essere vittime della malevolenza e della maldicenza altrui, in un mondo in cui la calunnia grazie ai nuovi media è sempre più potente. È un romanzo che vive nel nostro tempo, e ne racconta le ipocrisie, senza dare giudizi».Camilla Baresani è stata allieva dei corsi di scrittura del grande narratore comasco Giuseppe Pontiggia. «Mi ha insegnato soprattutto che uno scrittore legge molto. Mi ha invitato alla ricerca della frase pulita, priva di fronzoli, in cui ogni elemento è sempre al posto giusto. Ti insegnava a scoprire le meraviglie o i deficit di un testo, a me ad esempio ha fatto riscoprire La coscienza di Zeno di Italo Svevo. E mi ha fatto amare Céline. Dopo le lezioni di Pontiggia, che mi spiace non siano state raccolte in un libro, per me è diventato fondamentale. Un lavoro faticoso, mettere un testo “in pulito”. Oggi più che mai necessario. Per Il sale rosa mi è servito molto, e infatti ho bandito ogni tentazione da intellettuale. È un libro che tutti possono apprezzare».

    Lorenzo Morandotti

  • Book club a Erba con le autrici Bompiani ed Einaudi

    Claire Lombardo e Beatrice Masini alla libreria Colombre

    Martedì 15 settembre alle 21 e lunedì 5 ottobre alla stessa ora è in programma un “percorso letterario in due incontri online dedicati al romanzo” con due ospiti illustri edite da Einaudi, Claire Lombardo, autrice di “Mai stati così felici” e Beatrice Masini, scrittrice e direttrice di Divisione Bompiani. L’iniziativa vede protagonista la libreria Colombre di Erba, partner di Bompiani per il nuovo progetto “Bompiani Book Club”: una comunità di lettori in cui ritrovarsi e scoprire i capolavori della letteratura straniera guidati da una grande protagonista dell’editoria italiana. Chi acquista il libro in libreria può iscriversi al club e partecipare ai due incontri.

  • Butti (Pdl): «Subito migliorie per il valico»

    BrogedaDue corsie in più nei momenti di maggiore traffico, un sofisticato sensore di segnalazione code da installare nella galleria Quarcino e un punto vendita delle “vignette” autostradali elvetiche.Il valico di Brogeda apre ad alcune sensibili migliorie della propria viabilità difficile con interventi piccoli ma in qualche modo attesi da tempo. Ne ha dato notizia ieri Alessio Butti, senatore e coordinatore provinciale del Pdl di Como, che da mesi segue il problema in contatto con la società Autostrade, la Prefettura e il ministero dei Trasporti.