Per colpa della benzina svizzera l’Italia perde 140 milioni di tasse

I gestori: «Siamo fermi a 10 anni fa e non è stato fatto nulla»Un pieno dopo l’altro, gli automobilisti comaschi hanno acquistato in Svizzera oltre 110 milioni di litri di benzina e gasolio da gennaio a settembre, cifra che salirà a oltre 142 milioni di litri entro la fine dell’anno.«Il pendolarismo del pieno sta crescendo in modo esponenziale e la fascia interessata si è allargata fino a 40 chilometri dal confine», denuncia il presidente dei benzinai di Confcommercio Daniela Maroni.Nei giorni scorsi, le associazioni di categoria Figisc (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti) e Anisa (Associazione Nazionale Imprese Servizi Autostradali) hanno elaborato un’analisi dei consumi di carburante, calcolando l’entità dei rifornimenti effettuati oltrefrontiera dagli automobilisti residenti nella fascia di confine. Numeri elevatissimi, che mostrano chiaramente un fenomeno in continua crescita.Una prima analisi riguarda i confini stessi della fascia territoriale interessata dal fenomeno, che si è notevolmente allargata. Secondo i rappresentanti dei gestori, per effetto dell’incremento dei prezzi in Italia ma anche delle innovazioni delle vetture – serbatoi più capienti e minori consumi – il rifornimento in Svizzera è conveniente per i residenti fino a 40 chilometri dalla frontiera per i veicoli a benzina e fino a 30 per quelli a gasolio.Nel dettaglio, per quanto riguarda la benzina fare il pieno in Svizzera è conveniente per un bacino di utenza di circa 2,6 milioni di persone. Secondo il rapporto dei rappresentanti di categoria, il pendolarismo “pesa” per il 41% nei primi 10 chilometri dalla frontiera, dato che scende al 37% da 10 a 20 chilometri, al 30% da 20 a 30 e all’11% nella fascia da 30 a 40 chilometri.Per il gasolio, la fascia interessata si estende fino a 30 chilometri dal confine, con un bacino di utenza di 1,4 milioni di persone. Il dato del pendolarismo parte dal 49% nei primi 10 chilometri e scende al 30% da 10 a 20 per ridursi al 10% nella fascia da 20 a 30 chilometri di distanza dal confine.I volumi dei litri di gasolio erogati dai gestori svizzeri a clienti italiani sono tutti a sei cifre. Nei primi 9 mesi del 2012, i comaschi hanno acquistato oltreconfine circa 110 milioni di litri di benzina e gasolio. Secondo lo studio delle associazioni di categoria, entro la fine dell’anno il dato complessivo ammonterà a quota 110 milioni di litri per la benzina e a 32 per il gasolio, per un totale di 142 milioni di litri di carburante non erogati in Italia ma venduti invece nella Confederazione Elvetica.Ogni litro di carburante acquistato all’estero anziché in Italia comporta una mancata entrata nelle casse dello Stato di quasi un euro tra Iva e accise. Nel 2012, tornando alle stime delle associazioni di categoria, all’erario mancheranno circa 140 milioni di euro. Da gennaio a settembre, il pendolarismo del pieno è già costato alle casse dello Stato 105 milioni di euro.«I gestori della fascia di confine sono in ginocchio, ma la situazione comporta gravi danni economici anche allo Stato – dice Daniela Maroni – Parliamo di milioni di euro di mancati introiti per l’erario. In un momento in cui si parla solo di eliminare gli sprechi è una situazione paradossale».La rappresentante dei gestori ribadisce la necessità di inserire alcuni correttivi alla normativa sulla carta sconto, in modo da rendere la misura nuovamente vantaggiosa per i comaschi e tutti i residenti nella fascia di confine. «Siamo fermi a 10 anni fa e non è stato fatto nulla – attacca Daniela Maroni – I correttivi alla carta sconto sarebbero sufficienti a tenere i clienti in Italia. Sarebbe un vantaggio per i gestori ma anche per lo Stato stesso».Le richieste dei rappresentanti dei gestori sono note da tempo: ampliamento della fascia in cui è in vigore lo sconto, introduzione del benefit per il gasolio e flessibilità dello sconto, che dovrebbe essere valutato di giorno in giorno in base al prezzo del carburante in Svizzera.«Chiediamo da tempo un intervento del governo – conclude Daniela Maroni – La Regione ha sempre fatto il possibile per difendere questo provvedimento ma ora è necessario attuare i correttivi richiesti in tempi brevi. È indispensabile per i gestori ma anche per l’Italia. Con un investimento di qualche milione di euro, l’erario incasserebbe almeno il triplo di quanto speso».
Anna Campaniello