Tagliata la mensa scolastica: DOCENTI lasciati a stomaco vuoto | Da oggi conviene preparare tutto la sera prima a casa

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Insegnanti su tutte le furie: l'amministrazione ha fatto tagli al pranzo, ora non potranno più mangiare a scuola - corrieredicomo.it (freepik)

Pranzi cancellati e insegnanti a stomaco vuoto e tutto per “contenere i costi”. Scoppia la protesta nelle scuole.

Costretti a rinunciare al pranzo durante l’orario di lavoro. Insegnanti umiliati davanti agli alunni. Adesso risponderanno i sindacati.

Accade a San Giuliano Milanese, dove alcuni insegnanti di un istituto comprensivo si sono ritrovati improvvisamente senza la possibilità di usufruire del pranzo scolastico.

Una decisione presa dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di contenere i costi, ma che ha immediatamente sollevato un’ondata di proteste. La misura prevede che solo gli alunni abbiano il diritto al servizio mensa, mentre i docenti, non riceveranno più alcun pasto.

La reazione del corpo insegnante non si è fatta attendere. Il personale scolastico, già in lotta con stipendi bassi, hanno definito la decisione “incomprensibile e offensiva”. Anche i sindacati si sono mobilitati, sottolineando quanto sia importante il rispetto verso chi ogni giorno garantisce il funzionamento della scuola pubblica.

“Umiliati davanti ai bambini”, la replica degli insegnanti

Il disagio espresso dagli insegnanti è evidente, alcuni hanno espresso il loro disappunto, affermando: “E’ svilente sedersi accanto ai bambini e non poter mangiare come loro. Ci sentiamo trattati come cittadini di serie B”. Le parole riassumono tutto il risentimento diffuso tra gli insegnanti: il problema non è solo il pasto mancante, ma ciò che rappresenta. La mensa, infatti, per chi lavora nella scuola primaria, non è solo un momento di pausa, ma parte integrante dell’attività educativa.

Gli insegnanti fanno fatica ad accettare che, nel 2025 si debba ancora discutere del diritto ad un pranzo dignitoso. Non tarda ad arrivare anche la risposta da parte del sindacato che critica anche il linguaggio utilizzato dal Comune, che avrebbe parlato di benessere psico-fisico, per giustificare la riduzione del servizio, definendolo come un paradosso amaro.

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Mensa scolastica attiva solo per gli alunni. Gli insegnanti dovranno digiunare – corrieredicomo.it (freepik)

Sindacati in protesta: “Serve il secondo, servono le rose”

La protesta non si ferma ai singoli istituti. Tutti i principali sindacati: FLC CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA e ANIEF, hanno tenuto un’assemblea territoriale il 31 ottobre, per discutere della questione. Il tema del pranzo è solo la punta dell’iceberg che mostra un malessere ben più ampio. Stipendi fermi da tempo, scarso riconoscimento professionale, carichi di lavoro crescenti e politiche pubbliche che sembrano andare contro il valore dell’educazione.

“Serve il secondo, servono le rose”, conclude CGIL, evocando l’immagine del pasto negato e, nel contempo, invitando tutti ad avere massimo rispetto nei confronti di figure così importanti per l’educazione dei più piccoli. Insegnare a tavola, fa parte dell’educazione, tanto quanto farlo in classe e lasciare gli insegnanti digiuni non farà risparmiare, anzi, rischia di impoverire tutti.