Coronavirus, mascherine e disinfettanti introvabili. L’Avis invita a non sospendere le donazioni

Coronavirus, mascherine e disinfettanti introvabili. L’Avis invita a non sospendere le donazioni

Introvabili. Almeno nel mercato ufficiale, fatto di farmacie, supermercati e negozi specializzati. Stiamo parlando delle mascherine protettive e dei gel igienizzanti per lavarsi le mani.La paura del contagio da Coronavirus ha infatti rapidamente esaurito le scorte di questi prodotti. Una situazione confermata anche dal presidente dell’ordine dei farmacisti di Como, Giuseppe De Filippis. «Negli ultimi giorni – ha detto ieri nella sua farmacia, in attesa delle scorte di mascherine – si è accentuata notevolmente la corsa all’acquisto di questi dispositivi. Soprattutto mascherine antibatteriche. Oggi sono esaurite in quasi tutte le farmacie, proprio per la richiesta abnorme. Spero però che si possa fare fronte in tempi brevi a questa mancanza di dispositivi. Stessa situazione per i gel antibatterici».La fobia ha varcato rapidamente il confine. Anche in Canton Ticino infatti, come riportano i media svizzeri, è corsa nelle farmacie per accaparrarsi mascherine e igienizzanti per le mani, che sono introvabili.Arriva invece un invito chiaro dal presidente di Avis Regionale Lombardia, Oscar Bianchi. «Andiamo a donare senza paura. Il Coronavirus non è un pericolo per chi decide di donare sangue o riceverlo», ha detto, precisando che sono ovviamente sospese le donazioni nei comuni compresi nella zona rossa. «I donatori devono comportarsi come sempre, seguendo il fondamentale criterio dell’autosospensione in caso di sintomi da raffreddamento e febbre o altri sintomi simili – ha aggiunto il presidente Bianchi – Si dona il sangue solo quando si è in buona salute, quindi è opportuno avere la sensibilità di comunicare alla struttura trasfusionale se tali sintomi sono comparsi nei 15 giorni dopo la donazione. A tutti i donatori raccomando di informare il servizio trasfusionale di riferimento in caso di comparsa di sintomi compatibili con l’infezione da Coronavirus o in caso di diagnosi, nei 14 giorni successivi a una donazione. Vige il principio di massima precauzione, ma è importante ribadire che il nostro sistema trasfusionale è sicuro e di qualità». L’invito, dunque, è quello di donare.