Lezioni di poesia con il canzoniere d’amore di Rossani

Lezione di poesia in città. Mercoledì 19 febbraio alle ore 18 alla libreria Ubik, in piazza San Fedele 32 a Como, la “Casa della poesia” presenta due nuovi libri di Ottavio Rossani,Soverato. Autoantologia con poesie inedite 1976 – 2018uscito da “I Quaderni del Bardo Edizioni” eLa luna negli occhipubblicato da Nino Aragno Editore. «Vorrei vederti e sei troppo lontana, / vorrei toccarti e mi sfuggono i contorni, / vorrei parlarti e non so come, /vorrei ascoltarti e non hai più voce. / Annulla questa distanza».L’”ars amandi” detta versi come questi a Rossani che è stato per 40 anni al Corriere della Sera, prima redattore e poi inviato speciale. Da tempo è responsabile del popolare blog “Poesia” sul sito Internet del Corriere della Sera.«I due titoli sono usciti a breve distanza, sono il mio settimo e ottavo libro di poesia» dice Rossani. Il primo parla delle radici biografiche del poeta, ed è un atto d’amore per la terra di Calabria. Il secondo è un canzoniere che ribadisce il ruolo fondamentale dell’amore nel dare senso all’esistenza.Ma che tipo di poesia vince la sfida con il tempo? Per Rossani «ogni epoca ha le sue fasi sperimentali, in cui appunto ci si mette alla prova, si cerca di uscire dagli schemi. Oggi si sperimenta con le performance e i poetry slam, un tempo si lavorava sulla poesia visiva e sonora, si sperimentava sul significante. Non deve meravigliare. Semmai dobbiamo essere consapevoli che le sperimentazioni passano e la vera poesia è quella che rimane: penso a Montale, penso a Ungaretti che ho amato da giovane. O al mio caro amico Giampiero Neri, comasco. L’importante è trovare una propria dimensione, una propria voce interiore, e non fermarsi a ripetere anche inconsciamente quella degli altri, per quanto autorevole. Ognuno ha diritto di scrivere ciò che lo fa stare bene. Anche perché la poesia ha una funzione terapeutica importante. Credo però sia necessario dare nuova linfa alla sua funzione civile: mi auguro che il centenario dantesco riporti in auge una poesia di impegno sociale che oggi ci manca. Perché il vero poeta anticipa i tempi e dà fastidio, è scomodo. Lo pagò sulla sua pelle appunto Dante, e lo stesso capitò a Pasolini».