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A Zelbio Cult gli “Sconsigli di lettura” di Mascheroni

Si conclude sabato 28 agosto la stagione “Zelbio Cult”, rassegna di incontri con l’ autore che si svolge nel teatro comunale di Zelbio, un paesino di duecento abitanti a 800 metri di altezza tra i monti e i boschi che guardano il lago di Como.Anche quest’anno sul palcoscenico sono sfilati protagonisti della letteratura, dell’arte, dell’architettura, del giornalismo e della geopolitica, tutti invitati a dialogare con il curatore e con il pubblico Armando Besio, con gli amici del Comitato cultura di Zelbio, e con il sostegno della Pro Loco e della Biblioteca comunale.Sabato 28 agosto, dunque, la serata conclusiva di questa stagione dal caustico ed emblematico titolo: “Sconsigli di lettura”. Una “misurata provocazione” ispirata da un saggio controcorrente: “Libri. Non danno la felicità (tanto meno a chi non li legge)”, firmato dall’inviato culturale de “Il Giornale”, bibliofilo ed editore Luigi Mascheroni e pubblicato da Oligo editore. Mascheroni e Besio proveranno a tracciare un bilancio di ciò che resta di buono, tra classici da ricordare e bestseller da dimenticare. Il cuore della provocazione di Mascheroni è che “leggere non è un dovere, né una necessità, né una virtù. Tutto il contrario: è un vizio, un lusso, una passione, un sacrificio”. Leggere, poi, non garantisce di diventare persone migliori.Nell’antica Roma furono bruciati libri su ordine del Senato, cioè l’élite culturale e politica di quel mondo. Gli Inquisitori che mettevano i libri al rogo erano le menti più sottili e raffinate della Chiesa, Adolf Hitler, le cui squadre appiccarono i roghi di libri tristemente noti nel Novecento, leggeva un libro a notte, adorava i libri e li collezionava, si portò una biblioteca di 16mila volumi perfino nel bunker, Mao tse-Tung che con la Rivoluzione culturale distrusse un patrimonio millenario lavorò alla Biblioteca dell’Università di Pechino. E gli esempi non finirebbero qui, Tutto questo per dire, con Mascheroni, che non sempre i libri e la lettura rendono migliori: “Se fosse così, le persone colte sarebbero sempre un esempio di moralità” scrive il nostro.La cosa certa, però, è che l’atto di leggere “fornisce nuove esperienze e saperi che modificano, a volte in maniera più profonda altre più superficiale, la nostra conoscenza di noi stessi e del mondo”. Il che non è affatto poco, vien da dire. Leggere non basta – è il succo e la chiosa – bisogna leggere bene.Katia Trinca Colonel

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