ACCUDIRE UN ANIMALE È UNA GIOIA FATTA ANCHE DI SACRIFICI. LE CURE VETERINARIE NON SONO UN LUSSO DA REDDITOMETRO

ACCUDIRE UN ANIMALE È UNA GIOIA FATTA ANCHE DI SACRIFICI. LE CURE VETERINARIE NON SONO UN LUSSO DA REDDITOMETRO

Risponde Renzo Romano:Inutile dirle che la compagnia del mio cane – si chiama Otto – è essenziale nella mia vita. Inutile dirle che lo amo, lo accudisco, lo curo (malattie comprese ovviamente) come un figlio. Otto mi fa compagnia perché vivo sola da alcuni anni. Non le nascondo che per lui faccio anche sacrifici economici (il cibo per cani costa parecchio, il veterinario anche). Trovo quindi aberrante che nel nuovo redditometro sperimentale presentato all’Agenzia delle Entrate debbano figurare le spese per il veterinario.Scovare ipotetici evasori da questa “uscita” è un’idea un po’ bizzarra e comunque non rispettosa di chi ama gli animali. Secondo lei, possedere un cane e farlo curare quando è malato è un segno di ricchezza? E che dire del fatto che in Italia abbiano l’aliquota Iva più alta d’Europa per la salute e gli alimenti per i nostri amati animali?Mara Luiselli

Cara signora Mara,il primo istinto, leggendo la sua lettera, è stato di pensare a una “bufala”, ovvero a una notizia inventata, non vera, come qualche volta avviene di sentirsi raccontare dalla televisione o di leggere sul giornale. Venire a sapere che le spese del veterinario potessero entrare nel redditometro, e, di conseguenza, possedere un cane fosse indice di disponibilità economica e quindi  potesse indurre a indagini fiscali sui padroni lascia allibiti. Il sospetto fortissimo è stato che si trattasse dell’ennesima sciocchezza verbale o scritta di qualche mente fantasiosa.Poi, però, il tono della sua lettera, pacato, educato, preciso, mi ha indotto ad approfondire la questione.E ho scoperto che la notizia è vera: nel nuovo redditometro che entrerà in vigore dal primo gennaio del 2012, ma con effetto retroattivo fino al 2009, sono incluse anche le spese sostenute per le cure sanitarie degli animali.Ricordo che il redditometro ha lo scopo di verificare se il tenore di vita del contribuente è compatibile con quanto dichiarato al fisco. Esso si basa su alcuni indicatori di spesa quali abitazione, mezzi di trasporto, assicurazione, istruzione, tempo libero, investimenti. In caso di incoerenza tra entrate e spese sostenute scattano i controlli.Ho apprezzato quanto lei sia stata “lieve” e “misurata” nell’uso dei vocaboli per esprimere le sue considerazioni.“Essenziale” ritiene sia  la compagnia del suo cane. “Aberrante” bolla la proposta di inserire nel “redditometro” le spese per il veterinario. “Bizzarra” pensa sia l’illusione di scovare ipotetici evasori con questa iniziativa.Sintesi migliore e più efficace della vicenda non sarebbe possibile.Qualcosa tuttavia mi viene da aggiungere alle sue note. Critiche vibranti a questo provvedimento sono venute dall’Associazione Veterinari (Anmvi) che attraverso il suo presidente Marco Melosi denuncia «l’ipocrisia del governo italiano che da una parte dice di volersi allineare agli altri Paesi europei in fatto di benessere e tutela degli animali e dall’altro fa di tutto per dimostrare il contrario». Note discordanti sull’iniziativa giungono anche dal sottosegretario alla Salute, Francesco Martini: «Le cure veterinarie non sono assolutamente un lusso da redditometro. La promozione e la tutela della salute degli animali d’affezione rappresenta un obiettivo istituzionale, anche in relazione al valore sociale e terapeutico da essi rappresentato per circa otto milioni di famiglie in Italia. La presenza di un animale non è un lusso, e considero inaccettabile l’idea che curarlo venga considerato tale. Ci sono molte famiglie che fanno grandi sacrifici per mantenere in buona salute e prestare le cure veterinarie adeguate ai propri animali da compagnia cui sono particolarmente affezionati. È inaccettabile che ciò venga considerato indice di disponibilità economica come se avere un cane fosse un lusso».Dello stesso tenore la dichiarazione del ministro Michela Brambilla, secondo la quale  «la classificazione delle spese veterinarie “come lusso”, prevista nel nuovo redditometro, rappresenta certamente un grave errore culturale, sociale e metodologico, che deve essere corretto al più presto».Come vede, signora Mara, si trova in buona compagnia nelle sue rimostranze. Da parte mia mi chiedo come mai nel questionario relativo al censimento non ci sia traccia di animali in famiglia visto che dal punto di vista “fiscale” hanno tale rilevanza. Anch’io ho un gatto, Tartufo. Ha i suoi anni e ogni tanto degli acciacchi. Costa in medicine e visite dal veterinario. Adesso potrebbe magari costarmi anche in contenziosi con il fisco… “Surreale” è aggettivo idoneo a descrivere la situazione.Lei pone l’accento sul rapporto di affetto che la lega al suo cane. La nobiltà dei suoi sentimenti si eleva sulla prosaicità della mercificazione di tali sentimenti. Accostare per soli fini monetari l’affetto per il proprio cane a un presunto “tenore” di vita va al di là di ogni incubo.Mi sento in proposito di suggerire la visione di un vecchio film di Vittorio de Sica del lontanissimo 1952, “Umberto D.” È la storia di un pensionato, ex funzionario dello Stato, che, a causa dell’esiguità della sua pensione, non riesce a mantenere se stesso e il suo cagnolino. Incapace di chiedere l’elemosina, decide di suicidarsi gettandosi sotto un treno. Ma il cagnolino, stretto fra le braccia del pover’uomo disperato in mezzo ai binari in attesa del treno, intuisce il pericolo e scappa via. E allora il pensionato istintivamente lo segue rinunciando alla sua decisione di farla finita con la vita. Il film termina con le commoventi immagine dei due che si allontanano lungo un viale. La vicenda raccontata è uno spaccato su vecchiaia e solitudine dove tuttavia prevale un grande senso di umana dignità.Lei, signora Mara, scrive che il suo cane, “Otto” (perché proprio “otto”?) è essenziale nella sua vita, lo accudisce come fosse un figlio, addirittura lo ama… Forse c’è dell’esagerazione nell’uso dei verbi, ma l’eccesso è del tutto giustificato e comprensibile nella sua condizione.  La solitudine, o meglio la sensazione della solitudine, è nemica subdola che intristisce il cuore e favorisce il decadimento fisico e mentale. In un mondo dominato dal chiasso e dalle chiacchiere, la fedeltà sincera di un cane, le fusa interessate di un gatto, sono miracoloso rifugio dalle preoccupazioni del nostro vivere.Signora Mara, non si faccia intimidire dal timore di un asettico “redditometro”. La pretesa di “tassare” i sentimenti della gente nei confronti di un animale è proposta “indecente” che trascende ogni traccia di ragionevolezza. È impossibile pensare che tale assurda intenzione possa avere  seguito. Ne sono convinto. Tracce di intelligenza e buon senso mi par di scorgere ancora attorno.