È tornata in libertà la badante ucraina di 62 anni accusata dalla procura di Como – dopo una inchiesta dei carabinieri di Rebbio coordinata dal pm Massimo Astori – di aver maltrattato l’anziana 81enne che curava. L’indagata era stata arrestata e portata in carcere. «Mi scuso per gli eccessi, ma erano dettati dalla condizione complessa di gestione della signora che accudivo – aveva poi detto la donna di fronte al giudice – Non l’ho mai percossa, i segni che c’erano erano dovuti alla difficoltà che avevo per spostarla». La donna, in un’ora e mezza di interrogatorio, aveva risposto a tutto quello che le veniva chiesto, riconoscendo parzialmente gli addebiti ma rettificandoli nei punti più cruenti, e soprattutto negando di avere mai percosso l’anziana. «La mia assistita fa la badante da 17 anni – aveva commentato l’avvocato Ferruccio Felice – Le contestazioni che le sono rivolte riguardano un periodo di un mese e mezzo un anno fa. La misura cautelare in carcere è eccessiva, dettata dalla mancanza di una collocazione alternativa ai “domiciliari”. Tutte le persone che conosce, infatti, fanno lo stesso suo lavoro». Proprio per questo la difesa non aveva formalizzato alcuna richiesta, lavorando però ad un accordo sulla pena con l’accusa che sarebbe stato trovato entro i due anni con la sospensione condizionale. Patteggiamento che tuttavia deve ancora essere ratificato davanti ad un giudice. Per il momento però, accogliendo l’istanza della difesa, la donna è tornata in libertà con parere favorevole del pm.
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