«Non l’ho colpito apposta… muovevo il coltello davanti a me per difendermi, lui si è buttato contro…». Si è difeso ieri davanti al pm Antonia Pavan, il 33enne senegalese residente a Carbonate accusato dalla procura di aver sferrato il fendente che ha bucato la pancia e lo stomaco del cugino, costringendolo a 9 nove ore di intervento chirurgico per salvargli la vita. Più di 40 i giorni di prognosi in seguito ad una ferita inferta da una lama della lunghezza di 20 centimetri. Un fatto di sangue che risale al 16 agosto e i cui strascichi sono ancora ben presenti, visto che il cugino si trova ancora ricoverato in ospedale proprio per quella coltellata potenzialmente mortale.
L’articolo completo sul Corriere di Como in edicola sabato 28 agosto
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