Aveva compiuto 90 anni lo scorso 22 gennaio Alberto Arbasino, scrittore scomparso ieri (ne ha dato annuncio su Twitter l’editrice Adeplhi) dopo una lunga malattia. Con lui se ne va una delle voci più lucide e originali e anche ironiche e disincantate del Novecento. Nel 1963 in un celebre articolo, “Gita a Chiasso”, Arbasino aveva accusato la cultura italiana di non essersi ripresa dall’atrofia causata dal fascismo e invitava editori e intellettuali appunto a fare una gita metaforica e non solo a Chiasso, “a due ore di bicicletta da Milano”, per sprovincializzarsi. Nel 2014 Adelphi aveva pubblicato il suo libro “Ritratti italiani” in cui non mancava di elogiare autori lariani. «L’eccelsa eleganza saturnina» dello scrittore di Cardina Carlo Dossi, la «disperata eruzione espressionistica-espressiva di Carlo Emilio Gadda» (che grazie ad Arbasino scopriamo terrorizzato dalle automobili spider), e poi un doveroso omaggio memoriale a Gian Pietro Lucini, lo scrittore morto a Plesio nel luglio 1914, di cui Arbasino sottolineava soprattutto il viscerale antidannunzianesimo. Arbasino era stato ritratto dal fotografo degli scrittori Leonardo Cendamo di Barni nel volume “Danzando con la mente. Ritratti” (pp. 297, 70 euro) da Giuseppe Laterza di Bari, con una bella prefazione di Umberto Eco.
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