Il Museo della Seta di Como vara un modello espositivo che si spera possa essere replicato nel tempo. Ha richiesto l’intervento di due esperti impegnati dallo scorso inverno fino ad oggi, il critico d’arte Luigi Cavadini e la storica dei tessuti Francina Chiara, la disponibilità di una famiglia, i Rho, nel mettere a frutto il proprio archivio, e la liberalità di uno stuolo di collezionisti di tessuti storici e opere d’arte. Ma non c’è solo questa somma di elementi nella mostra Manlio Rho “Il senso del colore” che è stata inaugurata oggi pomeriggio (apertura fino al 31 marzo) nella struttura didattico-documentaria di via Castelnuovo 9 a Como, completandone virtuosamente il percorso come filiera del tessile a 360 gradi, dal baco all’opera d’arte da vedere o da indossare.«Il caso di Manlio Rho è peculiare, la mostra documenta la continua osmosi tra il suo lavoro nel mondo tessile e il suo impegno come artista, ed è stato appassionante il lavoro di scavo negli archivi dove è stato fondamentale il rapporto di fiducia maturato con i prestatori» ha detto ieri Francina Chiara.La mostra vede intrecciarsi fra anni Trenta e Cinquanta il ruolo di Rho docente al Setificio e storico esponente dell’Astrattismo pittorico in una continua simbiosi tra i due piani. In mostra quasi tutti pezzi inediti (da brivido il foulard con i volti di Mussolini e Hitler), tra tessuti e opere d’arte del maestro intensamente ritratto in una scultura di Aldo Galli all’inizio del percorso.
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