Se vivete nei pressi di un Acero riccio (Acer platanoides), che arriva a toccare i venti metri di altezza, siete in ottima compagnia: in vent’anni la pianta elimina dall’aria grazie alla fotosintesi clorofilliana qualcosa come 3,8 tonnellate di perfida C02. E avrete garanzia di performance parimenti virtuose (3,1) da una betulla verrucosa (Betula pendula), e da un Cerro (Quercus cerris), ma non potrete lamentarvi nemmeno se siete dirimpettai di un Ginkgo Biloba (2,8) o di un Tiglio nostrano (Tilia Plathyphyllos) e nemmeno di un Olmo comune (Ulmus minor) che ne di tonnellate ne aspirano 2,8 in vent’anni.
Piante mangiasmog: il fenomeno è scientificamente noto ma la top ten delle piante più ghiotte di inquinamento ha fatto notizia in tutta Italia ieri, partendo da una platea comasca, il Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione che si tiene a Cernobbio, nel contesto dotato di splendido parco secolare di Villa d’Este.Dove ha fatto scalpore uno studio di Coldiretti sulle piante più adatte a battere l’inquinamento, che elabora dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
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