“Allora facciamo il cappotto termico?” “Non sono fesso” | Marito carpentiere sceglie l’altra soluzione: molto più performante

Discussione tra moglie e marito - CorrierediComo.it (Fonte Pexels)
Se anche a casa tua si torna puntualmente a discutere della possibilità di installare il cappotto termico, fermati qui: esiste una soluzione assai più economica e meno invasiva.
Ah, casa dolce casa! Eppure, nel tranquillo regno domestico di milioni di coppie, la pace viene ciclicamente turbata da un argomento che semina zizzania: quello della dispersione termica.
Lei, paladina dell’efficienza energetica, sogna da mesi l’installazione di un cappotto termico, complici anche le martellanti pubblicità online. “È l’unico modo per abbattere le bollette e per aumentare il valore dell’immobile!“, proclama con piglio deciso, esibendo banner e preventivi improvvisati come fossero armi di persuasione di massa.
Lui, invece, si aggira per le stanze con l’aria di un tecnico nucleare in pensione. Poi, una timida protesta: “Ma lo sai quanto costa? Dai 150 ai 250 euro al metro quadro… senza contare che serve l’OK del condominio, impalcature e mesi di lavori. Piuttosto, adotto un orso polare!“.
Due punti di vista diametralmente opposti, eppure ognuno con un fondo di verità. Lei cerca una soluzione pratica, lui contrappone obiezioni lecite. Dove sta la verità e, soprattutto, la soluzione?
Cappotto termico: yes, but
Certo, installare un cappotto termico apporta notevoli vantaggi agli abitanti dell’immobile, in primis l’isolamento invernale ed estivo, una riduzione dei consumi e l’accesso a vantaggiosi bonus fiscali.
Di contro, però, si tratta di un intervento assai invasivo, spesso esteticamente sgradevole, indubbiamente costoso e, infine, vi è anche il rischio che i ponti termici siano gestiti in maniera poco funzionale, nonché la potenziale insorgenza di muffe. E la discussione infiamma, almeno fino a quando lui cala il proverbiale asso dalla manica.
L’alternativa smart (e low cost) al cappotto termico
Un’altra opzione esiste eccome, e non si tratta di un banale accrocco temporaneo. Consiste invece nell’applicazione sulle pareti di fogli di materiali a cambiamenti di fase (PCM) e nanostrutturati. Questi elementi assorbono e rilasciano calore in modo intelligente, sono ultrasottili e, dulcis in fundo, non servono impalcature né permessi condominiali.
I PCM, infatti, sfruttano la transizione di stato solido-liquido per regolare la temperatura ambiente, mentre i materiali nanostrutturati offrono un isolamento efficace con spessori irrisori. I costi? Per i PCM, il costo al metro quadro va dai 40 ai 70 euro, mentre per i nanomateriali isolanti la spesa può spaziare dai 50 ai 90 euro. Un bel risparmio, soprattutto considerando che l’intervento può essere eseguito anche dagli occupanti stessi dell’immobile. Pace in casa fatta… purché lui non utilizzi più il termine “nanotecnologia” a cena!