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Anche la Francia vuole le imprese italiane

Tiberio Tettamanti: «Rischiamo di perdere le nostre aziende migliori»

(a.cam.) Non solo Paesi fiscalmente appetibili: la Svizzera prima e, ora, la Carinzia, la regione più a sud dell’Austria. A mettere le mani sulle imprese comasche ci provano pure i francesi.«Alcune aziende hanno ricevuto proposte da importanti società francesi, anche di Parigi. Queste ultime vorrebbero che gli italiani spostassero oltralpe le loro produzioni», dice Tiberio Tettamanti, vicepresidente vicario di Unindustria Como.Recentemente, come fa da tempo la Svizzera, anche la

Carinzia ha avviato una vera e propria “campagna acquisti” per attirare gli imprenditori italiani. Tra le vantaggiose offerte: una tassazione del 25% per le imprese, niente Irap né studi di settore, molte possibilità di detrazione dalle imposte, contributi per gli investimenti, prezzi degli immobili competitivi rispetto al mercato italiano, energia elettrica a un prezzo inferiore del 30%.«Sapevo che la Carinzia è molto appetibile dal punto di vista del servizio offerto alle imprese, non sapevo che addirittura avessero inviato lettere anche alle aziende comasche – dice Tiberio Tettamanti – La notizia comunque non mi sorprende. Del resto, già da tempo ai nostri associati giungono proposte anche dalla Francia, oltre che dalla Svizzera. Fiscalmente, il Ticino e la Carinzia sono rinomate, è noto che si tratta di Paesi con una tassazione e imposizioni decisamente meno pesanti rispetto a quelle italiane – dice il vicepresidente vicario di Unindustria Como – La novità, però, è che Paesi meno appetibili da questo punto di vista, come la Francia appunto, si stanno facendo avanti. Le offerte arrivano soprattutto ad aziende di nicchia, con produzioni particolari e di eccellenza. Evidentemente, però, mi sembra un dato importante. All’estero tutti sanno in quale situazione sia l’Italia e ne approfittano per fare offerte».Tra gli imprenditori, c’è chi ha già preso la via della Svizzera, anche se i più sarebbero ancora in fase di valutazioni. «Senza spostare completamente la produzione all’estero – dice Tettamanti – c’è chi ha avviato una collaborazione con aziende all’estero, in attesa magari di fare ulteriori valutazioni».La strada della delocalizzazione all’estero, però, potrebbe diventare sempre più l’unica via d’uscita. «Se chi governa non si accorge di queste situazioni, il rischio di perdere le nostre aziende e vederle andare all’estero aumenterà in continuazione – conclude Tiberio Tettamanti – Alle imprese servono risposte concrete e in tempi rapidi. Occorre che lo Stato paghi i debiti, riduca il costo del lavoro e il carico burocratico. Se questo avverrà si spera che si possa continuare a produrre nelle nostre zone, anche senza espatriare. Diversamente sarà sempre più difficile».E a proposito di Carinzia, da tempo la regione più a Sud dell’Austria sta portando avanti in Italia una campagna di promozione “aggressiva” anche sul fronte turistico.Molteplici le offerte di soggiorni e pacchetti vacanza che elogiano le bellezze naturali e i servizi offerti dalle montagne austriache, a due passi dal confine con le province di Belluno e Udine.

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