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Anche Plinio il Vecchio merita il suo francobollo

Bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio: manca tempo (2023) ma è già ora di muoversi. Ad esempio per dedicare all’illustre erudito comasco autore dellaNaturalis historiaun francobollo (ne escono 80 circa l’anno), dato che manca: avvenne per il nipote, il Giovane, nel 1961, immortalato con l’esedra rodariana sulla facciata del Duomo. All’epoca l’emissione da 30 lire fu tirata in milioni di esemplari, adesso ci si potrebbe accontentare delle 200mila copie riservate al francobollo per il centenario dell’attrice comasca di adozione Alida Valli, cui è stata dedicata una delle tre emissioni celebrative delle stelle del cinema italiano nate un secolo fa (le altre sono Giulietta Masina e Nino Manfredi).Archeologi, latinisti e filatelici sono concordi. Occorre bussare alle porte del ministero dello Sviluppo Economico (cui si presentano queste istanze) con una proposta corale e un bozzetto. Ne è convinto Massimiliano Mondelli dell’Accademia Pliniana, che ha una collezione di prime emissioni del francobollo di 60 anni fa. «Appena il comitato del bimillenario diventerà operativo, mancano ancora gli ok di Università dell’Insubria e Comune di Como, il francobollo sarà una delle prime iniziative da varare. C’è un precedente su cui si è lavorato di recente: il francobollo per il centenario del Sociale di Como del 2013».Anche il Club Esperia e la Società Archeologica Comense si dicono favorevoli alla proposta di un francobollo per il Vecchio, dato che tra l’altro sia il presidente dell’Archeologica Giancarlo Frigerio che il predecessore Cesare Piovan sono ferventi collezionisti di francobolli. «Il francobollo del Vecchio è assolutamente da fare, farebbe piacere anche agli archeologi», Il Club Esperia, principale referente filatelico per il Lario, ne parlerà in una prossima riunione e si dice pronto con il presidente Oliviero Emoroso ad agevolare le pratiche burocratiche.Tra le iniziative pliniane perorate per il bimillenario, una edizione di tutta la Naturalis Historia in un solo volume in italiano, sul modello della monografia edita da Belles Lettres in Francia. E l’Accademia in attesa della mostra gioviana in Pinacoteca, che avrà più di una connessione pliniana, sta per varare un convegno a Castellammare di Stabia con il museo archeologico Mann di Napoli.

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