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Ancora a zero la raccolta fondi per i due dipinti gioviani della Pinacoteca

La campagna è partita da due mesi ma sul sito Internet ufficiale non si è ancora materializzato un centesimo di offerte. Si spera nell’amore dei comaschi per la cultura, non ci sono limiti di tempo stringenti.La Pinacoteca civica di Como ha lanciato per la prima volta l’Art Bonus, raccolta di fondi liberale a sostegno della cultura, istituita dal ministero della Cultura, per il restauro di due ritratti della collezione gioviana, quelli di Paolo Giovio e papa Paolo II. Iniziativa nell’ambito delle attività culturali della importante mostra Capolavori a confronto. Uomini illustri in un viaggio immersivo tra Como e gli Uffizi, la raccolta fondi accende i riflettori a livello nazionale sul nucleo conosciuto più cospicuo, oltre 40 ritratti, appartenente alla collezione dei ritratti di uomini illustri dello storico comasco Paolo Giovio, fondatore dell’idea moderna di museo e originariamente esposta nella sua villa in Borgovico a Como, distrutta agli inizi del XVII secolo. Un appello lanciato a privati e imprese quello del sostegno all’Art Bonus (si può donare anche in forma anonima) e per queste ultime rappresenta anche un vantaggio fiscale: il 65% della somma donata si recupera come credito di imposta.Eppure per ora nessuno si è mosso come si rileva sul sito artbonus.gov.it: il costo complessivo dell’intervento di restauro per ambo le opere ammonta a 3.000 euro. Sono 0 quelli finora totalizzati.Il ritratto di Paolo Giovio è quello simbolo della collezione, perché rappresenta il suo fondatore, eseguito verso la fine del XVI secolo o all’inizio del XVII. Fu Giovio stesso a commissionare il ritratto a un pittore di cui purtroppo non ci è giunta traccia. Paolo II, veneziano appartenente alla nobile famiglia dei Barbo, fu papa dal 1464 al 1471. Il dipinto fa parte di una numerosa serie di ritratti di papi che Paolo Giovio pare custodisse in una sala apposita del suo museo. Date le condizioni, i due dipinti non sono esposti al pubblico ma sono nei depositi di Palazzo Volpi. Il dipinto dedicato a Paolo Giovio presenta diverse parti interessate da abrasioni e perdite di frammenti pittorici. In particolare sulla fronte è visibile una lacuna simile a una lacerazione del supporto e la zona del cartiglio mostra mancanze evidenti di pellicola pittorica. Nel dipinto papale il protettivo utilizzato durante precedenti restauri, oltre a mascherare ritocchi e riprese pittoriche, appare notevolmente ossidato con un vistoso ingiallimento che altera le cromie originali.

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