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Anestesisti e medici di Pronto soccorso, le due emergenze degli ospedali pubblici

Uno squarcio sulla realtà difficile della sanità pubblica comasca si è aperto. Qualche dato di verità emerge, non sempre positivo nè facilmente digeribile. L’inchiesta del Corriere di Como sulla fuga dei medici dalle corsie ha avuto forse un merito: far parlare dei problemi veri, anche in funzione di una possibile soluzione. Perché, lo ripetiamo, non è intenzione di questo giornale gridare allo sfascio degli ospedali lariani. Sarebbe un errore. Vogliamo invece sottolineare il fatto che Como non è un’isola felice nel mare agitato della sanità nazionale. E lo facciamo riportando fatti.Alcuni di questi fatti sono allarmanti. Ad esempio, la situazione dei Pronto soccorso di Menaggio e di Cantù. La piena funzionalità del primo viene garantita, secondo quanto affermano gli stessi medici del presidio centrolariano, con turni notturni affidati a chirurghi e ortopedici e attraverso la richiesta di pronta disponibilità a professionisti che, per il nuovo contratto, non potrebbero essere chiamati con questo sistema più di cinque volte al mese.A Cantù almeno quattro medici del Pronto soccorso hanno lasciato negli ultimi tempi. In alcuni casi, per coprire i turni non è bastata l’incentivazione offerta agli specialisti provenienti da altri reparti e sono stati necessari ordini di servizio scritti.A giorni, poi, dalla Neurologia del Sant’Anna andranno via tre specialisti: Simone Vidale, che ha vinto un concorso a Rimini; Monica Maria Rezzonico, che ha chiesto di andare in pensione; e Vincenzo Belcastro, che ha chiesto e ottenuto il trasferimento in Neuropsichiatria infantile, sempre all’interno del Sant’Anna.C’è poi un problema più generale con gli anestesisti-rianimatori, il cui numero complessivo non sarebbe più sufficiente a garantire tutti i servizi, tanto che l’Asst starebbe valutando forme di collaborazione con altri ospedali, ad esempio Gravedona.In una nota inviata ieri (articolo in basso) l’Azienda di San Fermo elenca alcune delle contromisure che si stanno adottando per uscire da una situazione difficile. Ciò che serve, in questo frangente, è trasparenza. Affrontare la realtà senza nascondere alcunché. In tema di salute l’opinione pubblica ha il diritto di sapere. Tutto.

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