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Anzani e Merazzi: «Lo scudetto 2021, grande gioia. Ora pronti per la sfida olimpica»

La parola ai protagonisti comaschi dello scudetto del volley maschile 2021, vinto dalla Lube Civitanova. Nella squadra allenata da Gianlorenzo Blengini ha infatti giocato Simone Anzani, classe 1992, di Bizzarone; il preparatore atletico, invece, era Massimo Merazzi.Per Simone Anzani – cresciuto nella Polisportiva Intercomunale di Solbiate con Cagno e lanciato ad alti livelli da Treviso – è il dodicesimo successo della carriera. Ora l’attesa è tutta per le convocazioni per le Olimpiadi di Tokyo. Il suo curriculum è di altissimo livello e comprende due scudetti, tre Coppa Italia, due Supercoppa, un Mondiale per club e una Challenge Cup.Non soltanto. In Nazionale ha conquistato un oro ai Giochi del Mediterraneo, un bronzo europeo e nella World League e due qualificazioni olimpiche. Per Rio 2016 non fu convocato. Per Tokyo 2021 il comasco ha dimostrato, per risultati e prestazioni, di meritare decisamente la chiamata per il Giappone.«È stata una stagione difficile – spiega il giocatore lariano – perché si ripartiva dopo la sospensione del campionato 2019-2020 per l’emergenza sanitaria e anche perché anche noi abbiamo avuto problemi per il Covid. Ma il gruppo squadra ha avuto il merito di saper tamponare lo stop forzato di compagni che avevano un ruolo di rilievo».«Nel corso della stagione c’è stato anche il cambio di allenatore – aggiunge Anzani, con Gianlorenzo Blengini che ha sostituito “Fefè” De Giorgi. Una scelta della società che ha dato la giusta scossa all’ambiente, che si era adagiato».Per Anzani un campionato in cui è stato protagonista; anche le classifiche di rendimento personali lo hanno premiato. «Sono soddisfatto per tanti motivi – afferma ancora – anche perché questo è l’anno olimpico. Nessuno ha il posto assicurato ed è necessario attendere le convocazioni. La mia speranza, ovviamente, è di poter far parte del gruppo che affronterà la trasferta per Tokyo 2021».«Sappiamo tutti che sarà una Olimpiade particolare – afferma ancora Simone – dove non si potrà vivere il villaggio olimpico come nelle precedenti edizioni. Ma la situazione è questa e va accettata».Anzani, come spiegato, ha iniziato nella Polisportiva Intercomunale. E la gratitudine per la società della sua zona e ancora moltissima. «Avevo iniziato con calcio e nuoto – conclude – poi, seguito dall’allenatore Fabio Taiana, ho iniziato a giocare a volley e già l’anno successivo sono finito nel vivaio di Treviso. Sarò sempre riconoscente a chi mi ha dato una mano e indirizzato nella mia carriera».E dall’Intercomunale ha mosso i primi passi anche Massimo Merazzi, che nei giorni scorsi è partito per la Corea del Sud, visto che è pure preparatore atletico della Nazionale femminile che parteciperà ai Giochi, guidata da un altro italiano, Stefano Lavarini. Merazzi è a Civitanova dal 2011 e nelle Marche ha conquistato un totale di 12 titoli (tra cui 5 scudetti, un Mondiale per club e una Champions).«È stata una stagione inedita – spiega – perché eravamo abituati ad avere giocatori reduci dagli impegni con le rispettive Nazionali durante l’estate. Invece per il Covid tutto è stato fermo per quattro mesi. Non solo, oltre ai nostri atleti che sono stati contagiati, ci sono state partite saltate per le problematiche degli avversari. Abbiamo alternato così periodi di pausa a fasi decisamente intense portando a casa, alla fine, due trofei, Coppa Italia e scudetto: quando si conquista qualche titolo il bilancio è sempre positivo».Merazzi si sofferma su Simone Anzani: «L’ho conosciuto da bambino, quando lui è arrivato alla Polisportiva Intercomunale, dove io ero il factotum. Mi ricordo che era un calciatore promettente. Anni dopo ero operativo altrove e a Verona, ad un torneo giovanile di volley, vidi sua mamma in tribuna e le chiesi che cosa facesse lì: mi spiegò che Simone giocava con Treviso. Nel tempo quando ci siamo incrociati, io e Anzani, ci siamo sempre detti che prima o poi avremmo lavorato assieme e così è stato. Mi ha fatto piacere e ora spero di poter condividere con lui l’esperienza di Tokyo».

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