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“Aree di confine”, Varese e Como unite. Obiettivo, evitare la fuga in Svizzera

Formare i dipendenti, fargli acquisire competenze specifiche per poi vederli migrare, in molti casi, verso la vicina e ben più remunerativa Svizzera. È questo il rischio, sempre più concreto, con il quale convivono ormai da tempo gli imprenditori che operano a ridosso della dogana.Una realtà che ha spinto, ormai un anno fa Confartigianato Varese a studiare un progetto per cercare di invertire la rotta. Non si tratta – come detto più volte dai protagonisti – di dichiarare “guerra” alla vicina confederazione ma di un progetto di legge apposito. E proprio ieri mattina è stato formalizzato l’accordo di collaborazione com Confartigianato Como per allargare il consenso e il perimetro del progetto di legge “Aree di Confine”. L’intento è quello di aumentare il netto in busta a favore dei dipendenti italiani occupati nelle imprese con sede entro i venti chilometri dal confine con il Canton Ticino. E, di conseguenza, limitare il dumping salariale elvetico e la fuga delle professionalità nel cantone svizzero di lingua italiana. «Un segnale importante di condivisione degli obiettivi e del senso stesso di una norma che punta a tutelare il tessuto produttivo locale, frenando la pericolosa china della desertificazione aziendale che riscontriamo in tutte e due i territori» ha detto Marco Galimberti, presidente di Confartigianato Imprese Como. Il progetto di legge si concentra su un regime fiscale incentivante e, in particolare, il reddito da lavoro dipendente prodotto nel territorio dello Stato Italiano da lavoratori residenti in Italia e dipendenti di aziende con sede legale entro i 20 chilometri dal confine con Svizzera, Austria, Francia e Slovenia, concorre alla formazione della base imponibile nella misura che va dal 70 al 50%. «Con Confartigianato Como alziamo l’asticella e contiamo di coinvolgere un numero sempre maggiore di imprese a sostegno di un intervento che, a questo punto, il legislatore non potrà più trascurare», dice Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese. Il peso specifico di questa intesa ne estende l’azione a un territorio che conta quasi un milione e 500mila abitanti e un numero di imprese – 118mila – non trascurabile. «Stiamo parlando di due tra i territori a più alta trazione produttiva dell’intero Nord Italia, con un Pil pro capite stimato in 25mila euro circa e un numero di aziende per chilometro quadrato tra i più elevati del Paese» conferma Galimberti. «Nei prossimi giorni Confartigianato Como prenderà contatto con le aziende locali per segnalare l’iniziativa e lo stesso farà nei confronti delle amministrazioni comunali – prosegue Galimberti – Al contempo solleciteremo gli esponenti politici comaschi».

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