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Asili ed elementari di Como si “svuotano”: alla primaria 600 alunni in meno

Per la prima volta dal dopoguerra, la scuola d’infanzia e la scuola primaria di Como avranno meno sezioni dell’anno precedente. Gli effetti del calo demografico, sinora studiati soltanto sulla carta o rilevati in modo freddo dagli statistici, si trasformano in realtà. Così determinando uno scenario che si annuncia complicato.

Nei giorni scorsi, in un convegno organizzato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) a Milano, nell’Auditorium di Palazzo Pirelli intitolato a Giorgio Gaber, il responsabile degli organici della scuola dell’Ufficio Scolastico Regionale,Luca Volontè, ha tracciato un quadro molto negativo.

«Dal prossimo mese di settembre – ha detto – nella scuola primaria lombarda (le elementari,ndr) vi saranno circa 10mila alunni in meno», in gran parte concentrati nelle grandi aree urbane.

A Como, i numeri sono ovviamente inferiori, ma ugualmente preoccupanti. Proprio perché fanno segnare un’inversione di tendenza destinata nei prossimi anni a crescere. Una sorta di palla di neve che, rotolando, rischia di diventare in breve tempo una valanga.

Secondo i dati ufficiosi comunicati dal Provveditorato ai dirigenti sindacali, nell’anno scolastico 2019-2020 si perderanno sul Lario tre sezioni di scuola dell’infanzia e sei sezioni delle elementari. Ma proprio nella primaria, i numeri assoluti parlano addirittura di seicento bambini in meno. La differenza si spiega con il fatto che le scuole hanno ridotto il numero di alunni per classe e quindi evitato la falcidia delle sezioni. In molti istituti, da 27 o 28 bambini per classe si è passati a 20o 21, proprio per limitare i “danni”.

Un palliativo, utile sicuramente per non perdere insegnanti e risorse finanziarie, ma che non risolve il problema. Diversamente dagli anni scorsi, poi, nemmeno la presenza degli stranieri ha ristabilito l’equilibrio. A Como e in Lombardia iniziano infatti a mancare pure i bambini nati da genitori immigrati.

Una situazione altrettanto difficile si vive infine sul versante delle dirigenze scolastiche. Sembra incredibile, ma a Como mancano tuttora 45 prèsidi. Il concorso bandito pochi mesi fa è finito nuovamente negli ingranaggi stritolanti dei ricorsi giudiziari.

Il ministero, dopo una richiesta di sospensiva al Consiglio di Stato, ha ottenuto il via libera per nominare sub judice i nuovi dirigenti, molti dei quali assumeranno servizio in attesa di sapere se il loro incarico sarà confermato o meno da una sentenza dei tribunali amministrativi

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