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Assembramenti lungo il confine per ritirare il sushi da asporto

«Abiti nella zona di Chiasso, Balerna, Mendrisio o Lugano? Se non puoi venire da noi, il sushi te lo portiamo noi in Dogana».L’annuncio pubblicitario, pubblicato su Facebook da un ristorante di Como, ha evidentemente fatto centro, con consegne «tutti giorni a pranzo e a cena». Ma, proprio per il successo dell’iniziativa, la scena non è passata inosservata agli occhi di chi quel confine lo presidia, ovvero la guardia di finanza ma anche l’Agenzia delle Dogane.

La scena si è ripetuta ieri, non solo a Chiasso, ma anche nel vicino valico di Maslianico, ed è sempre la stessa: l’auto del ristorante che arriva, le ordinazioni che vengono estratte dal baule, e dall’altra parte del confine la fila dei clienti ticinesi che attende la consegna del pacco con le cibarie.Non erano mancate le lamentele, già nei giorni scorsi, anche sul fronte svizzero.Il culmine pare sia stato raggiunto sabato 27 febbraio, con un vero e proprio assembramento di fan del sushi in piena area doganale. La scena per un po’ è stata (mal)tollerata, ma ora non sarà più così.

Pare che la finanza e i funzionari abbiano già iniziato a intervenire per evitare gli assembramenti e ieri, sull’argomento, è giunta anche una nota dell’Agenzia delle Dogane di Como, firmata dal direttore Luca Pignanelli. «Pur comprendendo le difficoltà contingenti per molti operatori economici del territorio legate alla pandemia e ai divieti di spostamento – scrive il dirigente – non può tuttavia passare il messaggio che soluzioni alternative border line consentano di aggirare i divieti posti a tutela della salute pubblica, attraverso modalità irregolari e con conseguenze (gli assembramenti osservati) che quei divieti tendono ad evitare». «Gli spazi doganali sono asserviti esclusivamente al servizio di dogana – prosegue il direttore dell’Agenzia – per il transito dei flussi turistici o dei lavoratori frontalieri. In nessun caso questi spazi possono essere considerati un punto di ritrovo e di consegna di merci», come il sushi appunto. «Sono già state date precise disposizione – conclude Luca Pignanelli – di vigilare sia ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane, sia ai militari della guardia di finanza in servizio al valico».

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