Casi quasi raddoppiati in due settimane. Un incremento di nuovi positivi che fa inevitabilmente risuonare l’allarme. Ancora una volta, nonostante l’avvio della campagna vaccinale, seppur a rilento, i numeri sono sconfortanti e l’appello alla massima attenzione diventa un vero e proprio mantra.Purtroppo i dati su base settimanale parlano chiaro: nel territorio comasco di Ats Insubria, i casi positivi erano 868 nel periodo 5-11 febbraio, 898 dal 12 al 18 febbraio per poi schizzare a quota 1.510 nei sette giorni compresi tra il 19 e il 25 febbraio, cioè ieri. «Assistiamo a un balzo preoccupante dei contagi – ha detto il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso – anche sul nostro territorio, così come in tutta la nostra regione. La nostra speranza è di bloccare al più presto la risalita della curva. Per farlo serve anche il rispetto delle regole, soprattutto da parte dei più giovani che non sempre seguono le norme con l’attenzione doverosa».Sotto osservazione anche l’andamento dei contagi nelle scuole del territorio di competenza di Ats Insubria, che comprende la provincia di Varese e gran parte di quella di Como. Il mondo degli istituti, di ogni grado, rappresenta un ambito costantemente monitorato. Sono 3.145 le segnalazioni arrivate in totale ad Ats Insubria, aggiornate al 21 febbraio. Numeri che, nel Comasco, fanno però segnare un contenimento del fenomeno: al 21 febbraio gli alunni positivi erano 1.045 contro i 1.590 di 7 giorni prima.vaccini: 9 positiviTra gli operatori sanitari lombardi che hanno effettuato la vaccinazione sono state riscontrate 9 positività successive all’iniezione, estratte dall’elenco dei positivi inviati alla genotipizzazione per la ricerca di varianti. Le indicazioni ministeriali infatti prevedono che le positività in soggetti vaccinati vengano indagate per la ricerca di varianti. Va precisato che la genotipizzazione è effettuata su campioni con carica virale elevata. «Tale situazione non induce a preoccupazioni o dubbi circa la validità della copertura vaccinale», fa sapere Regione Lombardia. I dati della letteratura scientifica evidenziano infatti che soggetti vaccinati possano infettarsi. Le verifiche servono a identificare eventuali infezioni dovute a varianti. Si sta predisponendo una sistema per incrociare l’elenco dei vaccinati con l’elenco dei positivi, per monitorare il numero di questi soggetti.
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