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Attività crematoria ai privati, no del Comune. Avrebbero realizzato un forno a Camerlata

Doppio no alla gestione “lunga” ai privati delle cremazioni a Como. Lo ha stabilito la giunta comunale con una delibera che risponde alle proposte di project financing presentate a Palazzo Cernezzi. La prima proposta era stata presentata alla fine del 2018 dalla società Tempio Crematorio Lombardo, che si proponeva per la “Progettazione, realizzazione e gestione del nuovo tempio crematorio nel cimitero di Camerlata”. Attualmente il camposanto di Camerlata non è dotato di un forno per le cremazioni: l’unica struttura cittadina, oggetto negli anni di lunga chiusure e dispendiosi interventi, si trova al Monumentale. A inizio maggio una seconda proposta da parte dei privati, la Altair Funeral, che ha presentato una istanza di affidamento in concessione della gestione del servizio crematorio comprensivo di investimenti di ammodernamento tecnologico e strutturale del crematorio di Como.Opportunità per la città, ma anche impegni lunghi nel tempo.Per questo motivo dalla giunta Landriscina, a differenza dei progetti per la nuova piscina di Muggiò, ad esempio, è arrivato nei giorni scorsi il “no grazie” alle società che si erano fatte avanti. Le problematiche principali riguardano le opere da realizzare. Nella prima proposta era inserita la ristrutturazione del forno al Monumentale, che è stata già fatta poco più di un anno fa, inoltre le condizioni economiche proposte avrebbero portato nelle casse comunali meno risorse rispetto all’attuale situazione. Evidenziate anche non conformità rispetto all’attuale piano cimiteriale. Il secondo project invece aveva previsto una durata della concessione di 30 anni, ritenuta dal Comune “eccessivamente lunga e vincolante”. Inoltre avrebbe previsto un aggravio delle tariffe di cremazione delle salme, per i residenti da 376 euro si sarebbe arrivati a 471 al netto dello sconto e per i non residenti da 471 euro a 659 euro.Dal punto di vista finanziario il project financing sarebbe stato sostenibile, ma i minori ricavi avrebbero portato condizioni sfavorevoli per il Comune, da rivedere eventualmente soltanto durante la gara europea. Palazzo Cernezzi, inoltre, ha in essere un contratto di gestione che scadrà soltanto nel novembre del 2022, rinnovabile. Alcune opere proposte, infine, sono già state inserite nel piano attuale e verranno realizzate direttamente dal Comune di Como, che ha pure stanziato 320mila euro.

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