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Autismo, due nuovi progetti

Due progetti per imparare a interagire e a comunicare con ragazzi e adulti affetti da autismo. Sono “Raymond” e “In-Visibili”, ideati dall’associazione comasca “Costruire”, attiva dal 2011, in collaborazione con l’Asl, i servizi sociali, il dipartimento funzionale di Neuropsichiatria infantile, il Centro Autismo dell’Asl di Verona e l’ospedale Sant’Anna.Nel mondo si calcola che almeno un bambino su 110 sia affetto da autismo o sindromi collegate, e in provincia di Como se ne contano

370 casi.«I problemi legati al disturbo dello spettro autistico non riguardano soltanto il bambino, ma anche tutto il nucleo familiare e le persone che sono nella loro rete di relazioni», dice il dottor Antonino Orlando, direttore medico del presidio Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.«Le persone non sanno che i malati di autismo – aggiunge il direttore del dipartimento di Salute mentale dell’ospedale, Claudio Cetti – sono compatibili con la vita sociale».I progetti, realizzati e sviluppati dall’associazione lariana Costruire con il sostegno economico dell’ospedale comasco, sono di diversi tipi e coinvolgono due categorie di pazienti: gli adolescenti e i giovani adulti.Il progetto “Raymond”, presentato ieri al pubblico, durerà sei mesi e coinvolgerà cinque ragazzi per cinque ore la settimana, con lo scopo di sviluppare le capacità relazionali, l’interazione con l’ambiente e la socializzazione. “In-Visibili” è poi un progetto pilota, unico in Italia, di cui è ideatore uno dei massimi esperti italiani di autismo, il dottor Maurizio Brighenti.Dallo scorso settembre Costruire collabora con l’istituto di Setificio “Paolo Carcano” di Como, che viene frequentato da quattro ragazzi affetti da autismo. «Abbiamo aderito a questo progetto – dice il preside del Carcano, Roberto Peverelli – perché rappresenta un’occasione unica e irripetibile per la crescita stessa dell’istituto lariano e per cambiare il nostro modo di concepire la scuola e il nostro ruolo in essa».Nel corso dell’anno scolastico, si osserveranno le dinamiche con cui gli studenti si relazionano tra loro; verrà incentivata, con l’aiuto dello psichiatra Nicola Molteni, la conoscenza del compagno affetto da autismo con lo scopo di creare dentro la classe, ma anche all’esterno, un’atmosfera di amicizia e solidarietà.In questo senso, anche i docenti hanno manifestato la volontà di cambiare atteggiamento e imparare a relazionarsi con gli alunni affetti da questa grave malattia psichica, che i dottori non hanno mancato di definire «complessa e ancora difficilmente diagnosticata preventivamente».L’esperimento ha durata biennale, e al termine verrà elaborato un documento con le linee guida di intervento, da adattare ai soggetti con disturbo autistico, che sarà distribuito in tutte le scuole nazionali.

Giorgia Amarotti

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