Una sorta di muro di gomma. Interrogazioni, richieste di acceso agli atti prima negate e poi concesse e discussioni in consiglio comunale per cercare di capire quale sarà il destino di Asf e la funzione di controllore pubblico del Comune di Como (tra i soci di maggioranza).
Il consigliere comunale di Civitas ed ex assessore, Bruno Magatti, dallo scorso mese di ottobre è sulle tracce, difficili da seguire, del trasporto pubblico locale e del futuro che si prospetta per gli utenti della provincia. «Si sta facendo sempre più concreta, anche se non ancora in maniera ufficiale, la possibilità di arrivare a una privatizzazione di Asf. Inevitabile pensare che uno dei soci privati già esistenti (Gruppo Arriva e Gruppo Fnm che hanno il 49% delle quote), possa subentrare, magari con altri investitori, in Asf. Sarebbe un’operazione molto delicata, visto che l’oggetto è rappresentato da uno dei servizi pubblici più delicati come quello del trasporto. I miei tentativi e le mie richieste di chiarimento si muovono in questa direzione».
I timori sul tavolo sono molteplici. «Faccio un altro esempio. Spt Holding, che detiene il 51% delle quote, ha come azionisti pubblici il Comune di Como, la provincia di Como e di Lecco e il Consorzio pubblico trasporti. È una società cassaforte proprietaria di beni immobili funzionali al servizio di trasporto come le pensiline e le autorimesse. Beni che andrebbero persi se si privatizzasse e che metterebbero il Comune nella condizione di perdere un valore economico consistente. Oltre che essere estromesso dal ruolo di controllore pubblico. Inoltre gli utili di Asf, va ricordato, sono anche la conseguenza, in parte, dell’utilizzo di contributi pubblici. A fronte di ciò il servizio nella nostra zona è peggiorato», dice Magatti. Si fa dunque sempre più rovente la polemica sui bus di Asf, società che negli ultimi 4 anni ha guadagnato 18 milioni di euro ma il 75% è stato distribuito ai soci. «Altro elemento di confusione è stata la delibera che dovrebbe portare Spt ad assorbire il Cpt, organismo proprietario della funicolare, con un cda senza dipendenti e tra i cui azionisti ci sono più di 100 Comuni della provincia. Solo a luglio e con molti tentennamenti la delibera è stata approvata (solo 5 i voti favorevoli). Ora dovrà passare in consiglio. Insomma in mezzo a questa confusione si deve vigilare per garantire la sicurezza e i servizi ai cittadini», chiude Magatti.
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