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Autosilo Sant’Anna, Landriscina pronto al confronto

I verbi utilizzati sono i più disparati. Si va da “spingere” a “sollecitare” fino a “invitare”. Tutti indirizzati al sindaco di San Fermo della Battaglia che, dalla sommità della montagna d’oro generata dagli introiti del parcheggio del Sant’Anna, dovrebbe scendere, uscire dalla cassaforte blindata – stile Paperone – e sedersi a un tavolo per ridiscutere il famoso accordo di programma che ormai quindici anni fa concesse al suo comune di mettere in cassa tutti i proventi del parcheggio dell’ospedale sorto sul territorio di San Fermo. E oggi, a distanza di tanto tempo, i politici cittadini non vedono altre vie d’uscita a una situazione tanto grottesca quanto saldamente zavorrata a terra dalle firme in calce al famoso quanto scellerato accordo.Così la pensano da destra a sinistra alcuni degli esponenti politici cittadini.A partire da Enrico Cenetiempo, capogruppo di Forza Italia, che fu assessore nella seconda giunta Bruni, quando il “pasticcio” era già stato fatto.«Purtroppo l’unico che può fare un passo in avanti per sbloccare la situazione è lo stesso Pierluigi Mascetti (il sindaco di San Fermo della Battaglia,ndr). Lui ha il pallino in mano e la ragione. Solo lui dovrebbe comprendere la necessità di rivedere un accordo che ha delle evidenti lacune trattandosi di un servizio, tipo quello del parcheggio di un ospedale, pubblico ed essenziale. Altrimenti mi sembra un tema francamente senza una via d’uscita».Decisamente molto più critico Alessandro Rapinese. «C’è spazio solo per lacrime e fazzoletti. Certo il sindaco Mascetti dovrebbe fare il primo passo, ma la domanda è, perché? – dice Rapinese – Chiaramente qualcosa stona – e non intendo legalmente essendo tutto regolamentato – se San Fermo incamera così tanti profitti da una struttura che altro non è che l’ospedale di Como. Mi fanno però anche sorridere quanti lo criticano, li inviterei a candidarsi a San Fermo annunciando di voler rivedere o di rinunciare ai proventi del parcheggio». E in conclusione un affondo. «Ancora una volta è francamente molto imbarazzante il silenzio proveniente dal sindaco di Como che, sebbene, non si tratti di un tema a lui imputabile, dovrebbe però cercare di fare qualcosa trattandosi dell’ospedale di Como», chiude Rapinese.E proprio il sindaco di Como Mario Landriscina in serata è intervenuto sull’argomento. «Se dovessero, dopo un’ulteriore analisi, emergere elementi utili per poter rivedere l’accordo di programma – spiega il primo cittadino – sarebbe ovviamente molto positivo». Da qui il passo successivo sarebbe sicuro. «Se Regione Lombardia dunque decidesse di riaprire il tavolo di discussione noi ci saremo. Como farà la sua parte».E in conclusione il sindaco tocca due temi molto importanti, ovvero quello delle tariffe in vigore all’ospedale e della manutenzione del parcheggio. «Sarebbe inoltre opportuno magari rivedere il costo per posteggiare. Il parcheggio ha poi diverse criticità, a partire dalle infiltrazioni d’acqua che anche in Comune ci vengono costantemente segnalate», conclude Mario Landriscina. Nel dibattito tutto prettamente legato alla politica cittadina si inserisce anche la voce di Alberto Introzzi, sindaco di Montano Lucino – firmatario dell’accordo insieme a Comune di Como, Provincia di Como, Regione Lombardia, Azienda ospedaliera e Comune di San Fermo – che ricostruisce la storia passata di quanto accaduto.«Trattandosi di un accordo di programma tra enti non ha scadenza e questo è difficilmente contestabile – esordisce il sindaco – Ai tempi ero assessore e ricordo come si stesse lavorando sul documento per poter essere anche noi parte attiva». E proprio mentre i vari enti si stavano per sedere al tavolo di contrattazione «la componente politica non ha potuto partecipare perché il nostro comune è stato commissariato. Fu poi lo stesso commissario prefettizio a sottoscrivere l’accordo». Inevitabile una considerazione. «Una situazione dunque molto complessa da gestire che se non si fosse verificata ci avrebbe sicuramente permesso di spingere sull’accordo per poter ottenere qualcosa sia per Montano Lucino che per arrivare a una situazione magari meno penalizzante nel complesso», dice il sindaco che pur rivendicando l’operato del collega Mascetti non può non sottolineare come «sarebbe più congruo ipotizzare soluzioni differenti visto che si tratta di un ospedale. Il nostro comune non ha poi ottenuto granché: la variante sulla Varesina, ad esempio, venne sì realizzata ma in parte anche pagata dall’amministrazione, mentre l’opera sarebbe dovuta spettare totalmente alla Provincia di Como».Rientrando in città l’ultimo commento è di Fabio Aleotti, capogruppo del Movimento 5 Stelle. «Non vedo sinceramente vie d’uscita. O si cerca di invitare Mascetti a un confronto e a un dialogo oppure ne parleremo all’infinito – spiega Aleotti – Proposi addirittura di annettere l’ospedale a Como per superare l’ostacolo ma ovviamente non è un passaggio semplice visto che il Comune dovrebbe fare richiesta alla Regione Lombardia di modifica dei confini».

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