Autovelox, l’ultima mazzata è devastante | I ricorsi sono stati aboliti: paga la multa o è peggio per te

Strada lariana

Autovelox - Facebook - CorrierediComo.it

Una nuova mossa della Cassazione cambia le regole sulle multe da autovelox: per chi guida contestarle ora è quasi impossibile.

Per anni gli automobilisti si sono aggrappati a un appiglio ben preciso: se l’autovelox non era a norma, la multa poteva essere annullata con un ricorso ben costruito. Bastava verificare la documentazione, mettere in luce i difetti dell’apparecchio o la mancanza di omologazione e, spesso, il Giudice di Pace dava ragione a chi aveva avuto il coraggio di opporsi. Sembrava finalmente un terreno in cui il cittadino poteva difendersi davvero.

Oggi lo scenario è completamente diverso. Una recente “giravolta” della Cassazione ha creato un paradosso: gli autovelox restano formalmente nel mirino, ma la strada per contestare le sanzioni si trasforma in un percorso tortuoso, lungo e costosissimo.

In pratica, il sistema continua a poggiare su apparecchi che non hanno mai ottenuto una vera omologazione tecnica, ma a pagare le conseguenze di questo vuoto normativo non è lo Stato: sono i cittadini che si vedono recapitare verbali sempre più difficili da impugnare.

La “sanatoria di fatto” sugli autovelox: basta una parola nel verbale

Come spiega l’analisi de La Legge per Tutti, tutto ruota attorno alla distinzione tra semplice approvazione e vera “omologazione” degli autovelox. In teoria, senza quest’ultima, la multa dovrebbe essere nulla. Ma una doppia sentenza della Cassazione ha cambiato le carte in tavola: se nel verbale l’agente scrive che il dispositivo è «debitamente omologato», quella frase fa piena prova. Per smentirla non basta più il classico ricorso al Giudice di Pace: bisogna avviare una vera e propria querela di falso, un procedimento autonomo, lungo e molto oneroso, per dimostrare che quella dicitura non corrisponde al vero.

Il risultato è una sorta di sanatoria di fatto: migliaia di autovelox che restano privi di omologazione reale vengono “schermati” da una parola messa a verbale, mentre chi vuole difendersi deve affrontare anni di cause e spese legali che, spesso, superano l’importo della multa stessa. Di fronte a questo muro, la maggioranza degli automobilisti rinuncia in partenza: il ricorso non è formalmente abolito, ma viene reso così complesso da diventare, per molti, solo una teoria irraggiungibile.

Autovelox – DepositPhotos – corrieredicomo.it

Cosa cambia per chi riceve una multa e perché ora è una lotteria truccata

Per chi si vede recapitare una multa da autovelox, la prima cosa da fare è leggere con estrema attenzione il verbale. Se si parla solo di apparecchio “approvato”, esiste ancora un margine per il ricorso tradizionale, almeno in linea teorica. Ma se compare la formula «debitamente omologato», la strada diventa subito in salita: significa essere costretti, di fatto, a scegliere tra pagare e chiudere gli occhi oppure affrontare un percorso giudiziario che richiede tempo, denaro e competenze tecniche non alla portata di tutti.

È qui che si consuma la vera “mazzata”: la sicurezza stradale viene difesa a colpi di apparecchi che lo Stato non ha mai omologato come dovrebbe, mentre chi guida si trova davanti a un sistema dove il ricorso semplice è stato svuotato di efficacia e quello avanzato è un lusso per pochi. In altre parole, ogni multa da autovelox rischia di somigliare a una lotteria con i dadi truccati: il Comune incassa, l’automobilista paga o, se prova a difendersi, scopre che l’unica via rimasta è una battaglia legale che può costare molto più della sanzione che voleva evitare.