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Balzani sprona i giovani: «Musicisti, non mollate»

Il direttore artistico del concorso internazionale per pianoforte e orchestra “Città di Cantù”, il maestro Vincenzo Balzani, fa il punto sulla situazione della musica al tempo del coronavirus. Il concorso, uno degli appuntamenti classici di riferimento per il Lario e una occasione per i giovani talenti di tutto il mondo, era atteso in maggio nell’edizione del trentennale. Si è deciso, causa emergenza sanitaria, di spostarlo a settembre.« Le prime manifestazioni a saltare sono state quelle musicali e teatrali oltre che quelle sportive – annota il pianista lariano – E saranno anche le ultime a riaprire quando il peggio sarà passato. Per chi organizza eventi è iniziata una fase molto complicata. Noi ad esempio con il concorso di Cantù (organizzato dalla locale “Nuova scuola di musica”, ndr) siamo stati costretti a riprogrammare l’evento considerando l’agenda di impegni dell’orchestra di Bacau che è con noi da trent’anni, e quindi abbiamo fissato il concorso dal 15 al 19 settembre prossimi dato che la compagine ha già impegni concomitanti in Italia in quel periodo. Le iscrizioni al concorso sono arrivate comunque copiose e stiamo già prendendo visione dei video che i candidati ci hanno spedito. Contiamo che il grosso delle candidature arriverà come di consueto con l’avvicinarsi della deadline. Per iscriversi c’è tempo fino al 31 maggio. Credo che molti aspettino di capire cosa succede in Italia, seguendo le notizie che rimbalzano all’estero. Molti dei nostri concorrenti infatti sono stranieri».Il mondo della musica è in subbuglio in tutto il mondo, come sottolinea il maestro Balzani: «Ci ha colti tutti di sorpresa, e sta creando molta confusione oltre che molta comprensibile paura. Il prestigioso Mozarteum di Salisburgo ad esempio ha rinunciato all’appuntamento con i suoi corsi estivi, posticipandoli direttamente al 2021. Concorsi come il Busoni o quello di Tel Aviv ancora non hanno fatto sapere che decisioni prenderanno. Anche per il concorso di Cantù sarebbe stata la cosa più semplice da mettere in atto ma credo che sarebbe anche stata una sconfitta dell’arte e della musica, come per certi versi è chiudere i musei. Cerchiamo insomma di tenere le posizioni. Io stesso questo mese avevo in agenda alcuni impegni in Cina, dove forse riuscirò ad andare a fine anno, e ho mandato a monte gran parte delle cose che avevo in calendario, in Italia e all’estero. L’ultimo concerto l’ho tenuto il 18 febbraio con le sonate di Beethoven a Grosseto. Dopo è stato tutto un dover riprogrammare l’agenda di trimestre in trimestre o addirittura procrastinando di un anno buono certi impegni».Di recente abbiamo intervistato un famoso pianista comasco che è come tutti fermo dopo anni di tour internazionali. Ha detto che si è preso l’anno sabbatico che sentiva di doversi concedere prima o poi.«L’anno sabbatico è una bella definizione – dice Balzani – ma per chi se lo può permettere, in generale per il mondo della musica è un disastro questo virus e temo che la cosa più grave sia recuperare le energie dopo la pausa forzata. Quando? In settembre? In ottobre? Comunque vada sarà un percorso in salita perché riprendere le energie fisiche e psicologiche per andare avanti sarà dura e rischiamo di accavallare tanti impegni, concorsi compresi. Rischiamo di perdere tanti talenti ed è un vero peccato. Per questo abbiamo deciso di non rimandare di un anno il concorso di Cantù, per tenere alta l’attenzione dei giovani pianisti italiani e internazionali che vogliono cimentarsi con una orchestra. Non mollare è il nostro messaggio, quello che ci sentiamo di rivolgere ai nostri concorrenti potenziali. Utilizzando anche quel che ci offre la tecnologia per sentirci più vicini, per far emergere le nostre capacità, per far vedere quanto valiamo davvero. Certo, maggio sarebbe stato il periodo ideale: dopo le vacanze di Pasqua, prima dell’estate, in un periodo di impegni meno fitti. In autunno se ci sarà la ripartenza, compresi gli anni scolastici, rischiamo di perdere per strada molti musicisti validi».Molti giovani musicisti guardano a Internet come a una opportunità preziosa per non gettare la spugna. «Questo è il virus della solitudine – commenta Balzani – obbliga alla distanza. Lo vedo anche con una giovane allieva cinese che io e mia moglie stiamo ospitando: non è riuscita a tornare in patria e segue le lezioni con diligenza, online. Ma la musica è esperienza dal vivo, è un dato incontrovertibile. Online il suono arriva freddo. E il peggio è che dei problemi dei musicisti si parla poco. In ambito culturale fa più notizia il museo chiuso, la libreria chiusa. Eppure sono in gioco milioni di euro. Siamo la Cenerentola delle arti, e noi della classica ancor di più. Penso a chi studia oggi in Conservatorio: dopo il virus dovrà rimboccarsi le maniche per sopravvivere, e per avere una prospettiva impiegherà anni. A questi giovani dobbiamo dire assolutamente di tenere duro, di studiare sodo perché devono arrivare all’appuntamento con la ripartenza, che sarà inevitabile, sufficientemente preparati e soprattutto motivati. E un concorso come quello canturino può essere un incentivo notevole: non buttate via un intero anno, potete ancora dare il meglio di voi. E avete un faro molto brillante che vi può aiutare a non mollare proprio adesso: questo è l’anno di Ludwig Van Beethoven, nel 2020 ricordiamo il 250° della nascita del geniale compositore. Era sordo, ma questo non gli impedì di andare sempre più in profondità e dare il meglio di se stesso e il tempo gli ha dato ragione, visto che oggi è ancora uno degli autori sacri dell’olimpo musicale. Anche per questo al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini proporrò di protrarre l’anno beethoveniano al 2021».

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