(ANSA) – BRUXELLES, 11 FEB – Le norme italiane del 2015 sulla riforma delle banche popolari, il cosiddetto ‘Investment compact’ non viola il diritto dell’Ue, secondo le conclusioni – non vincolanti – dell’avvocato generale della Corte dell’Ue. Il parere viene espresso in merito ad un procedimento pregiudiziale promosso dal Consiglio di Stato, che chiedeva di chiarire se la normativa fosse compatibile con le regole dell’Ue, alla luce di ricorsi promossi da soci di banche popolari, Adusbef e Federconsumatori. In base alla legge, l’attivo delle banche popolari non può superare gli 8 miliardi di euro. In caso di superamento di tale soglia, la banca dovrà ridurre il proprio attivo oppure procedere, alternativamente, alla trasformazione in società per azioni o alla liquidazione. Tutte le banche popolari sopra tale soglia si sono adeguate tranne la Popolare di Sondrio e la Bari.
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