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Bar e ristoranti, adesso manca il personale. L’allarme del presidente dei cuochi di Como

I ristoratori apparecchiano e aspettano, impazienti, i clienti.In attesa di capire nel dettaglio quanti coperti potranno sistemare nei tavoli all’aperto e in quelli al chiuso, c’è comunque una gran voglia di ripartire. Ma in riva al lago emerge con prepotenza anche un serio problema per l’intero settore legato al turismo: la mancanza, in apparenza incolmabile, di personale per bar e ristoranti. Innanzitutto le regole: dopo il via libera dello scorso primo giugno all’utilizzo dei locali anche al chiuso, tiene banco al Governo la discussione sulle nuove regole che riguardano il numero massimo di persone presenti al tavolo in zona bianca.

Il compromesso al quale si sarebbe arrivati dopo giorni di braccio di ferro indicherebbe la soglia limite di sei persone allo stesso tavolo del ristorante in ambiente chiuso. Le Regioni avevano chiesto di alzare il limite a 8 persone. La soglia si allargherebbe nel caso si tratti di due nuclei familiari. All’aperto, invece, non ci sarebbe un numero massimo, ma rimarrebbe comunque la regola del distanziamento di un metro tra tavoli diversi. Questo l’orientamento in base alle ultime dichiarazioni emerse dall’ultimo confronto tra le Regioni e il ministro della Salute Roberto Speranza, che inizialmente avrebbe insistito per mantenere restrizioni più rigide sia all’aperto che al chiuso. Ma intanto, in attesa di conoscere con precisione la decisione sul numero dei commensali, ovviamente molto importante per chi opera nel settore, risuona un allarme preoccupante.

«Siamo tutti alla ricerca di personale che non si trova – dice Massimiliano Tansini, presidente dei Cuochi di Como, ristoratore e formatore – È un problema che accomuna il sottoscritto e molti colleghi. E le cause sono molteplici. Molti, causa Covid e relativi, lunghi periodi di chiusura, si sono necessariamente riciclati andando a fare altri lavori per sopravvivere. Io stesso ho perso due valide risorse che hanno deciso di andare a fare il corriere e il muratore. Scelte dalle quali poi non si torna indietro». In aggiunta molti hanno cercato «miglior sorte in Svizzera e una volta entrati a condizioni migliori non ritornano a Como». Ma c’è anche un ultimo elemento. «Purtroppo in questi lunghi mesi anche a livello scolastico i ragazzi non hanno fatto esperienze e stage nei locali, nei ristoranti e sono sempre rimasti chiusi in classe. E adesso non se la sentono di mettersi alla prova, nonostante ci sia richiesta», spiega Tansini che chiude prevedendo come «questa situazione sicuramente potrà avere degli effetti negativi anche in futuro e non si esaurirà, viste le motivazioni che stanno alla base, quest’estate».

Intanto il 15 giugno avranno il via libera i parchi tematici, i matrimoni e i congressi, mentre il 1° luglio toccherà a sale giochi, sale scommesse, casinò ed eventi sportivi al chiuso.

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