(ANSA) – ROMA, 09 MAR – Un secondo esponente del partito della leader birmana Aung San Suu Kyi, la Lega nazionale per la democrazia, è morto in carcere dopo essere stato arrestato. Solo pochi giorni fa, un altro leader del partito a Rangoon, Khin Maung Latt, era morto in carcere, mentre nel Paese proseguono proteste e repressione. La giunta militare presidia le strade di Rangoon e cerca gli oppositori casa per casa. Ha intanto dato il via a una stretta sull’informazione che ha già visto la revoca delle autorizzazioni a cinque testate e il fermo di decine di giornalisti. La notte scorsa un intero quartiere della capitale era stato messo sotto assedio dalle forze di sicurezza. Circa 200 persone, in gran parte donne che celebravano l’8 marzo, si erano trovate in trappola, ma la maggior parte di loro è riuscita a sfuggire all’arresto grazie alla solidarietà dei residenti che hanno offerto loro rifugio. Una quarantina di persone sono state comunque arrestate. All’indomani, le forze di sicurezza sono schierate ovunque a Rangoon e i residenti sono stati minacciati di ritorsione se ospiteranno degli oppositori. Proseguono incursioni e perquisizioni casa per casa, e in città risuonano spari. Prese di mira in particolare quelle che avevano issato la bandiera rossa della Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito di Aung San Suu Kyi. (ANSA).
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