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Blocco al Sant’Anna: impennata di ricoveri al Valduce. «Nessuno ci ha informato per tempo»

Le ripercussioni. Dopo lo stop al Sant’Anna a causa della presenza di un batterio nel repartoProssima al tutto esaurito anche la Terapia intensiva neonatale di via DanteTrasferimenti continui da altri ospedali, reparto prossimo al tutto esaurito e nessuna comunicazione ufficiale. Il blocco dei ricoveri nella Terapia intensiva neonatale del Sant’Anna a causa della presenza di un batterio ha avuto pesanti ripercussioni sull’analoga struttura del Valduce, costretta a un tour de force. Una situazione resa più difficile dall’assenza di notizie certe.La Tin del Sant’Anna, come accertato martedì, ha bloccato i ricoveri ormai dal 22 febbraio scorso. La notizia però non è mai stata comunicata formalmente. Solo il 118 ha diffuso nei giorni scorsi un’informativa per avvisare gli altri ospedali nei quali è attivo il reparto – Valduce, Lecco e Varese in particolare – del possibile trasferimento di pazienti dal Sant’Anna.

In via Dante, gli operatori della Tin si sono così trovati alle prese con un super-lavoro, ma senza alcuna comunicazione preventiva né la possibilità di un coordinamento con il Sant’Anna. Solo negli ultimi due giorni, il Valduce ha accolto donne con gravidanze a rischio provenienti dagli ospedali di Erba, Sondalo, Busto Arsizio e Gravedona.

Per rendere l’idea della complessità della situazione, basti dire che da Erba è arrivata una mamma alla 30ª settimana di gestazione che ha dato alla luce una bimba di 850 grammi. Da Gravedona e Busto Arsizio, invece, sono state portate a Como gestanti con gravidanze gemellari a rischio. Pazienti che si sono aggiunte a quelle già ricoverate nella Tin del Valduce.«Siamo stati informati del blocco dei ricoveri della Tin del Sant’Anna solo qualche giorno fa e in modo informale, dopo il trasferimento di una paziente – spiega il primario di ginecologia e ostetricia del Valduce, Roberto Consonni – Sarebbe stato più corretto dare un’informazione puntuale e tempestiva. Un momento di criticità può capitare a chiunque, ma segnalarlo permette di attivare la giusta rete di collaborazione».L’ospedale Valduce, invece, senza informazioni ufficiali, si è trovato a gestire un’impennata di pazienti, da un lato per la chiusura del reparto del presidio di San Fermo, dall’altro perché le Terapie intensive neonatali degli ospedali di Lecco e Varese – le prime prese in considerazione dal Sant’Anna per i trasferimenti – sono ormai piene. «Noi siamo aperti – precisa Consonni – e abbiamo ancora disponibilità. Il problema è che, in caso di ulteriori criticità, anche la nostra Terapia intensiva neonatale potrebbe esaurire tutti i posti a disposizione e non riuscire quindi ad accettare nuovi pazienti. In ogni caso, andiamo avanti con il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto».La situazione della Terapia intensiva neonatale del Sant’Anna non era stata comunicata in via ufficiale non solo agli altri ospedali del territorio, ma nemmeno all’Asl di Como. «Già a fine novembre abbiamo avuto dalla direzione del Sant’Anna la comunicazione di una generica riduzione di sei posti letto di Terapia semintensiva intesa come settore generico – fanno sapere da via Pessina – Per quanto ci riguarda, siamo ancora fermi a quella comunicazione. Gli ospedali sono tenuti a comunicarci esclusivamente variazioni dei posti letto, senza ulteriori informazioni».Il problema del blocco dei ricoveri nella Tin di San Fermo, dunque, non era noto all’azienda sanitaria locale. «Non avevamo informazioni in merito – confermano dall’Asl – A questo punto monitoriamo la situazione per verificare eventuali necessità, che al momento non risultano. Abbiamo sempre un quadro complessivo dei posti letto disponibili e su questo fronte facciamo costanti verifiche».

Anna Campaniello

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