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Bocciato il progetto del campo sintetico. Il prato del “Sinigaglia” per ora non si tocca

In attesa che un futuro decreto “semplificazioni” riduca la massa di carta e di burocrazia necessaria a mettere in piedi un cantiere, le regole per la presentazione di un progetto rimangono ovviamente in vigore.E gli uffici tecnici delle amministrazioni pubbliche sono tenuti a farle rispettare.Ecco perché l’assessorato ai Lavori pubblici del Comune di Como, dopo aver letto i documenti presentati dal Calcio Como, ha detto no alla sostituzione del campo di gioco del “Sinigaglia”.Un no che brucia. E fa scalpore. Era stato Michael Gandler, amministratore delegato del Como, a sottolineare, più volte, l’importanza «vitale» della sostituzione del manto erboso con uno più moderno, sintetico. Al punto da far capire, in modo diretto, che anche un minimo ritardo nei lavori avrebbe potuto avere conseguenze negative sulla stagione.Se davvero le cose stanno così, allora è lecito chiedersi perché lo stesso Como non si sia preoccupato di presentare un progetto in regola.A leggere il comunicato diffuso questa sera da Palazzo Cernezzi c’è infatti da sorridere. «L’ufficio tecnico ha espresso parere contrario al rifacimento del campo in erba sintetica per carenze nella relazione tecnica illustrativa», si legge. Ma i bene informati spiegano che queste carenze sarebbero state davvero pesanti. A partire da una mancata richiesta di parere alla Soprintendenza.Ora, tutti sanno che lo stadio di Como è un bene “prezioso” dal punto di vista urbanistico. Tutti meno l’attuale dirigenza del Como? Non è credibile. Ma c’è di più. Il rifacimento del campo era la base per la firma della nuova convenzione che la società avrebbe dovuto ottenere dal Comune. La domanda è banale: nel momento in cui si chiede all’ente pubblico di siglare un accordo che prevede, tra le altre cose, il pagamento di una parte cospicua dell’affitto con lo scomputo delle opere di riqualificazione dello stadio, non ci si preoccupa di presentare un progetto che sia inattaccabile?L’assessore Francesco Pettignano, ieri sera, ha ribadito «la volontà dell’amministrazione di incontrare la società la prossima settimana per valutare soluzioni alternative, nell’ottica di rinnovare e prolungare la concessione».Ma il Comune, giunti a questo punto, non dovrebbe forse sincerarsi delle reali intenzioni del Como? Che cosa si deve pensare di una società che non sa nemmeno redigere un progetto giudicato «essenziale» per il proprio futuro sportivo e finanziario?

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