(ANSA) – ROMA, 19 AGO – La Borsa di Londra conta più aziende con ceo di nome Peter che a guida femminile. Lo studio Women Count dell’associazione PipeLine, calcola che tra le società dell’Indice Ftse 100, il 17 aprile 2020, ci sono sei ceo chiamati “Peter” e solo cinque ceo donna. Oltre che rare, le leader sono in calo negli ultimi anni: erano sei nell’aprile 2019 e sette nel 2018. Lo studio estende l’analisi alle società dell’indice Ftse 350 (anche in questo caso le ceo sono appena il 5%, 13 su 350) dimostra come le aziende con una maggiore diversità di genere agli alti livelli hanno risultati migliori. Le imprese con donne in almeno un terzo dei posti nei comitati esecutivi, in particolare, hanno un margine di profitto superiore di dieci volte rispetto alle aziende con solo uomini in quelle posizioni: il 15,2% contro l’1,5%. Se tutte le imprese avessero raggiunto gli stessi risultati di quelle “rosa”, avrebbero realizzato 47 miliardi di sterline di profitti pre tasse in più (circa 52 miliardi di euro). “Lo società con donne nei ruoli apicali sono più redditizie. Innovano di più. Sono più rispettate nel loro canto”, commenta l’ex primo ministro del Regno Unito Theresa May aggiungendo che “non c’è spiegazione per la grande sotto-rappresentazione delle donne al vertice delle imprese, quindi deve cambiare”. “Questo rapporto mostra come il fallimento nel promuovere donne nei ruoli apicali ha serie conseguenze, non da ultimo per la profittabilità, soprattutto per le società che ancora non hanno nemmeno una donna nei comitati esecutivi. Dobbiamo fare di meglio”, dichiara il presidente della Cbi-Confederation of British Industry, Lord Karan Bilimoria of Chelsea. (ANSA).
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