Brutale pestaggio a Cantù, così agisce la malavita organizzata

Probabilmente si chiedeva che fine avesse fatto la sua denuncia, datata gennaio 2018. In queste ore, leggendo i giornali, si sarà dato una risposta. Il suo racconto, ribadito in un verbale di sommarie informazioni dell’aprile 2018, era finito tra le carte della Dda in merito alle prepotenze e alle violenze che infestavano la Brianza comasca, con dietro – sostiene l’accusa – la vicinanza della malavita organizzata di stampo calabrese.La sua vicenda si staglia però dalle altre, principalmente per due motivi. Il primo è che lui, vittima di un brutale pestaggio all’interno di una discoteca di Cantù avvenuto nella notte dell’ultimo dell’anno del 2017, è stato l’unico ad avere il coraggio di presentarsi ai carabinieri per denunciare quanto era accaduto, e questo nonostante le pressioni della malavita per fargli ritirare la segnalazione. Il secondo motivo per cui questa vicenda è importante, è che risale a solo pochi mesi dopo la prima ondata di arresti, segno che comunque tutto continuava se non come prima, quasi.Risaliamo però a quella sera: la vittima del pestaggio, un uomo (non un ragazzo) è con amici in discoteca. Ballano, parlano con alcune ragazze, uno sguardo, un ammiccamento, un gesto non compreso. Insomma, il clima si scalda e intervengono i buttafuori. Presente c’è anche il responsabile della sicurezza del locale, Daniele Scolari, che è anche uno degli arrestati di giovedì mattina. «Lo abbiamo spaccato di brutto», dirà poi all’indomani a Luca Vacca, altro arrestato per cui la Dda contesta l’associazione mafiosa.«Mi hanno detto che gli hai sfregiato la faccia, proprio pesante», è la replica. In effetti la vittima finisce in ospedale con 30 giorni di prognosi, il naso rotto e un dente lasciato sul pavimento.Inizia la fase 2, quella del convincerlo a non fare denuncia: «Magari se lo chiamano? Così gli dice di non permettersi di fare denuncia», dice Scolari a Vacca. La macchina si mette in moto. Viene anche chiamata una amica comune che conosce l’uomo picchiato. La ragazza è molto arrabbiata con la sicurezza della discoteca: «Quel ragazzo lì non respirava, l’ho portato al pronto soccorso».Il responsabile della sicurezza del locale cerca di convincerla che era in condizioni pietose, che non stava in piedi e che sarebbe stato lui a colpire i buttafuori. «Ho visto le foto che ha fatto in discoteca – replica la ragazza – Non mi sembrava ubriaco». Ma altri hanno visto, e confermano che «l’hanno picchiato per niente». Anche Vacca si muove: «L’hanno “sdraiato”…», dice ad un amico cui chiede aiuto per risalire dalla vittima. «Ci devo parlare prima che parla, lo devo fermare prima. Digli che gli devo parlare io, sennò gli spacco tutti i denti subito». Alla fine il contatto tra le parti riesce («Uno di quelli con cui hai discusso è come se fosse mio fratello, e dagli amici che abbiamo in comune fatti spiegare chi sono io»), ma la replica dell’uomo è inattesa e perentoria: «Io con quegli animali non ci voglio neanche parlare… ha tutto in mano il mio avvocato».Scolari si preoccupa e pure Vacca: «Quindi ha fatto denuncia?». «Sì, quindi andate subito a farvi refertare la schiena, o i reni, che tanto non possono dirti nulla».Fascicolo che effettivamente era stato aperto dalla Procura di Como, prima di decollare per Milano con destinazione Dda e ricomparire in queste ore nelle pagine dell’ordinanza eseguita giovedì mattina.