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Camera di Commercio, in ritardo il decreto sulle nomine

Doveva essere pubblicato lo scorso 28 agostoTrattative ancora ferme in attesa di conoscere i numeri del futuro parlamentino di via PariniOre di attesa dalle parti di via Parini per conoscere i futuri equilibri interni al parlamentino della Camera di Commercio.La Regione non ha ancora pubblicato il decreto con cui si assegnano le rappresentanze in seno al consiglio camerale.Il provvedimento era stato annunciato per lo scorso 20 agosto, ma da Palazzo Lombardia non sono giunti segnali. Si moltiplicano, in questo modo, le indiscrezioni e le voci su possibili candidature alla presidenza dell’ente. Un gossip del tutto comprensibile ma di nessuna consistenza. Visto che i protagonisti principali della contesa evitano accuratamente commenti e dichiarazioni di ogni tipo.Allo stato attuale delle cose, e in attesa di sapere chi avrà i numeri di maggiore peso nel nuovo consiglio camerale, gli schieramenti più forti (quantomeno sulla carta) possono contare su candidati di bandiera. Confartigianato e commercianti hanno fatto trapelare i nomi di Marco Galimberti e di Andrea Camesasca, rispettivamente presidente della associazione di viale Roosevelt e presidente degli albergatori lariani. Mentre Industriali, Cna, Compagnia delle Opere e Cooperative si sono limitati a ribadire la possibilità di affidare la presidenza di via Parini, in continuità con la gestione uscente, a Mauro Frangi, componente della giunta camerale e presidente della Confcooperative.In realtà, come detto, tutto dipenderà dai numeri del prossimo consiglio. E in ogni caso, dato che nessuno appare intenzionato a voler governare la Camera di Commercio con una maggioranza risicata, sembra più che probabile la ricerca di un’intesa su un nome che possa mettere d’accordo le componenti maggioritarie del mondo economico lariano.Su questo scenario pesano le divisioni interne agli industriali. In via Raimondi sono almeno due le correnti di pensiero: una che spinge verso la figura di un imprenditore del tessile; un’altra che sponsorizza invece apertamente un esponente del comparto edilizio. Su questa seconda ipotesi l’accordo sembra più facile. Si dovrà però aspettare il decreto regionale. I numeri, in questo caso, contano.

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