Le misure per contrastare il diffondersi del Covid-19 stanno avendo un impatto dirompente, come è facile osservare passeggiando per Como, anche sulle attività commerciali. La stessa situazione, in forma ancor più devastante, si sta ripresentando anche sui pochi esercizi rimasti aperti a Campione d’Italia dopo l’aggravarsi della crisi generata dal fallimento della casa da gioco. In questo caso a lanciare ancora una volta l’allarme è Massimo d’Amico, presidente associazione operatori economici di Campione d’Italia. «Ho scritto al Governo per chiedere di riflettere sull’anomala realtà campionese. Ho voluto sottolineare innanzitutto la stranezza che porta alla chiusura di bar e ristoranti alle 18 in Italia mentre in Canton Ticino non è stato assunto alcun provvedimento del genere, ma soprattutto dell’invito a evitare spostamenti. Questo “invito” è foriero di effetti estremamente negativi, mettendo in forse i rifornimenti di beni di prima necessità (e non), indispensabili per poter continuare a vivere ed operare a Campione. Ho voluto sottolineare questa situazione per chiedere ad esempio nel caso di spostamenti per approvvigionamenti di cibo, di fare in modo che sia possibile ai campionesi recarsi in Italia e far ritorno nell’exclave senza alcuna limitazione, come pure non vengano applicate nell’exclave le limitazioni d’orario di apertura di bar e ristoranti previste dall’esecutivo. Campione è ormai una città fantasma», chiude D’Amico.
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