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Campione, i tempi stringono per la riapertura della casa da gioco

Se da una parte c’è una Campione d’Italia che sogna in un pronto riscatto grazie ai capitali di Ernesto Preatoni e degli emiri del Qatar (insieme o separatamente), dall’altra c’è una grande fetta di popolazione ancora sulla graticola. L’attesa per la riapertura della casa da gioco è estenuante. Una vera corsa contro il tempo con l’obiettivo dicembre 2021 sempre più materialmente vicino e tecnicamente lontano.

La pianta organica per le prime 174 assunzioni, attesa per la scorsa settimana, è slittata ancora.Il personale evidentemente non potrà entrare subito in servizio, saranno necessari corsi di aggiornamento e l’adempimento delle normative sulla sicurezza nel posto di lavoro.Anche lo scorso weekend, come riporta il portale specializzato casino.gioconews.it, si è tenuta una riunione tra l’amministratore Marco Ambrosini e i suoi consulenti per la definizione delle prime assunzioni. Anche il consiglio di amministrazione non è ancora stato nominato. Il bando per le candidature era stato prorogato fino alla fine di agosto, ma ora è trascorso ormai un mese dal termine.

Senza la riapertura del Casinò, pur in misura ridotta, è inutile dire che anche i possibili investimenti del fondo sovrano del Qatar e di Preatoni resterebbero congelati.«Campione deve diventare un polo attrattore di investimenti su diversi piani: Il gioco, il turismo, la cultura e le start-up innovative, lo andiamo ripetendo ormai da anni – dice Massimo D’Amico, presidente degli operatori economici di Campione d’Italia – Il tempo stringe, la fine dell’anno è qui. Con la ripresa delle attività si potrebbe pensare a forme di sviluppo grazie al programma comunitario Interreg. L’enclave rappresenta la collocazione ideale per aziende svizzere e italiane. Si parla di grandi investimenti immobiliari, ma oggi non c’è grande disponibilità di uffici e appartamenti decenti. Il patrimonio edilizio va rinnovato. Si dice che a Campione tutte le case sono in vendita, in realtà ciò che è sul mercato in molti casi non è bello o ha prezzi astronomici».

D’Amico sottolinea come per il futuro vi sia poi da risolvere la questione degli aiuti di Stato.«Si tratta di un vecchio problema che non è stato ancora risolto. Nel 2023 gli aiuti di stato passeranno da 1,8 milioni di euro (previsti anche quest’anno) a un massimo 200mila euro. Così le società scapperanno da Campione d’Italia e verrà vanificato tutto il lavoro svolto», conclude.

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