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Canoni più cari per il suolo pubblico. Confcommercio contro Palazzo Cernezzi. «Troppi aumenti, così si affossano le imprese»

L’inasprimento delle tariffe in città«Così si affossano le imprese». È secca la replica di Confcommercio alla decisione della giunta comunale del capoluogo di inasprire le tariffe per l’occupazione del suolo pubblico. Un aumento che colpirà direttamente i numerosi bar e ristoranti che allestiscono i tavolini all’aperto senza dimenticare gli esercenti proprietari di bancarelle.«Ovviamente non siamo d’accordo sull’incremento dei canoni per l’occupazione del suolo pubblico – afferma Graziano Monetti, direttore di Confcommercio

Como – Già le imprese sono oberate di tasse, balzelli, impegni e oneri. In più arriva anche l’Imu (la nuova imposta municipale sugli immobili prevista nella manovra del governo Monti, ndr) che sarà pesante».La proposta di ritoccare verso l’alto le tariffe, approvata nei giorni scorsi dall’esecutivo di Palazzo Cernezzi, è stata formulata dall’assessore al Commercio, Etta Sosio. Nel corso del 2012 il canone per l’occupazione del suolo pubblico sarà pertanto adeguato al costo della vita. Ciò significa che le tariffe attualmente in vigore verranno aumentate del 10%.I canoni erano invariati dal 2003: l’aggiornamento terrà conto di tutti questi anni e dovrebbe portare nelle casse del Comune circa 80mila euro in più. Gli operatori coinvolti, tra bar, ristoranti e bancarelle, sono 500.«In un momento di recessione – aggiunge Monetti – incrementare i canoni per l’occupazione del suolo pubblico, cui si aggiunge una pressione fiscale in via di aumento con la manovra Monti, significa affossare le imprese».E quello che si sta concludendo non è stato un anno facile per i bar e i ristoranti. Secondo Confcommercio, infatti, «il bilancio di fine anno dei pubblici esercizi è negativo, a causa della difficile situazione congiunturale che ha colpito tutte le aziende del settore».«A Como, in particolare – precisa l’associazione – i bar e i ristoranti del centro storico hanno subito notevoli perdite in termini di redditività a causa delle limitazioni di orario introdotte dall’ordinanza del sindaco Stefano Bruni, che imponeva la chiusura a mezzanotte. Ordinanza che è stata poi annullata dalla vittoria di Confcommercio al Consiglio di Stato».

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