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Canottieri Lario, successi e anniversari speciali. Riconoscimento per Longatti e Pinna, soci da 70 anni

Sei medaglie mondiali (tre ori, un argento e due bronzi), sei europee, ben 16 titoli italiani e il terzo posto nel ranking nazionale.Un bilancio – ormai è una abitudine – esaltante per la Canottieri Lario che ha celebrato con la tradizionale cena sociale un 2019 all’insegna delle soddisfazioni. Un anno che per il sodalizio di viale Puecher non è ancora finito: ieri, infatti, è sgtato proposto proposto l’evento remiero “match-race” con le sfide tra gli “otto” sul tratto di lago tra Sant’Agostino e la Diga foranea. Il 21, invece, saranno premiati gli atleti che si sono distinti nell’ultima stagione agonistica che nel corso della cena hanno comunque sfilato e hanno raccolto applausi scroscianti.In prima fila Arianna Noseda – ieri ha compiuto 22 anni – che ha conquistato due ori mondiali (Under 23 e assoluto) con il “quattro di coppia Pesi leggeri”. Al suo fianco le compagne di barca Giulia Mignemi e Greta Martinelli.Per i canottieri, come detto, tra pochi giorni ci sarà una doverosa celebrazione specifica.La serata, con il presidente Leonardo Bernasconi a fare gli onori di casa, è stata l’occasione per consegnare un riconoscimento a due soci che hanno festeggiato un importante anniversario di tesseramento alla Canottieri Lario, ben settant’anni: sono il giornalista Alberto Longatti e il medico Ambrogio Pinna.Numerosi gli ospiti dell’incontro conviviale. La Federazione regionale era rappresentata da Luca Broggini, al tavolo con i presidenti delle altre società remiere del territorio e con il responsabile provinciale del sedile fisso Saverio Vaccani.In rappresentanza delle istituzioni locali il sindaco di Como, Mario Landriscina, che ha rivelato di essere stato in passato medico ufficiale delle gare del territorio di sedile fisso e che ha dedicato alla società remiera e ai suoi soci un accorato discorso.«Il canottaggio è uno sport impegnativo – ha detto – con la fatica che viene sostenuta da una grande forza interiore. Un privilegio che hanno in pochi, una spinta che ci vorrebbe nella nostra comunità, in Lombardia e in tutto il nostro Paese per avere una società sana, dove si compete senza invidia».«Questi entusiasmo e voglia di sacrificarsi dovrebbero contagiare tutti – ha concluso il primo cittadino – Questo è un circolo che fa bene a Como e che deve andare avanti con i suoi principi per far crescere città e territorio».

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