Le motivazioni di allora erano legate anche al tema sicurezza
La richiesta dello statuto speciale per il Canton Ticino non è una novità. In passato infatti la stessa proposta era arrivata da un’altra compagine politica, la Lega dei Ticinesi. Correva l’anno 2010 quando Giuliano Bignasca, pochi anni prima della sua morte, avvenuta nel 2013, sostenne proprio l’idea dello statuto speciale spiegando come l’iniziativa della Lega avesse come obiettivo il raggiungimento della «massima trasparenza sui soldi inviati a Berna», e sottolineando inoltre la necessità di puntare, con lo statuto speciale, all’abolizione della libera circolazione e a un presidio delle Guardie di confine 24 ore su 24 in tutti i valichi.Erano altri anni e la proposta sostenuta puntava principalmente su tematiche relative alla sicurezza e ai rapporti di confine, rispetto invece alla nuova iniziativa messa in campo in questi ultimi giorni dai Verdi e dal Partito comunista che invece si concentra maggiormente sugli aspetti lavorativi, sui salari sempre più bassi e sulla disoccupazione crescente nel cantone. Un secondo passaggio ci fu poi sempre con i Verdi nel 2015 che presentarono un’iniziativa parlamentare, approvata di misura dal Gran Consiglio e poi respinta dalle Camere federali.
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