Categories: Cultura e spettacoli

Cantù: omaggio a Giorgio Perlasca con il monologo di Albertin

Alessandro Albertin sul palcoscenico

La vicenda di Giorgio Perlasca raccontata come una partita di calcio, con i tanti colpi di scena che possono caratterizzare un match. Sia chiaro, con il massimo rispetto per la vicenda del comasco che nella Seconda Guerra Mondiale a Budapest, simulando di essere console generale spagnolo, salvò oltre 5mila ebrei firmando lettere di salvaguardia e sventando l’incendio e lo sterminio del ghetto della capitale ungherese.È lo spettacolo che viene proposto al Teatro Fumagalli di via S.Giuseppe 9 a Vighizzolo (Cantù) il 31 gennaio alle 21.15. Perlasca, il coraggio di dire no, è un monologo di e con Alessandro Albertin (foto), tra l’altro proposto recentemente con successo anche al Teatro Parenti di Milano (ingresso 36/30 euro). Circostanza curiosa: malgrado numerosi contatti, proposte e brochure mandati a strutture e organizzazioni di Como, nella città dove Perlasca nacque nel 1910 – esattamente in via Ferrari – la rappresentazione non è mai stata messa in cartellone. Cogliendo il valore di questa opera ci hanno pensato, per fortuna, al Teatro Fumagalli, dove lo spettacolo è tra l’altro in calendario a poca distanza dal Giorno della Memoria, che ricorda ogni anno le vittime dell’Olocausto e che cade il 27 gennaio di ogni anno.

Giorgio Perlasca

Albertin interpreta tutti i personaggi della complessa vicenda di Perlasca a Budapest con grande intensità, raccontando i fatti come in una partita di calcio, dove ad un gol degli avversari corrispondono improvvisi ribaltamenti, colpi di scena, e la conquista di un risultato a sorpresa, quando tutto sembrava perso.In attesa che lo spettacolo giunga finalmente a Como, l’occasione può essere propizia per scoprire o approfondire quanto fece Perlasca a Budapest e negli anni successivi: la sua storia, infatti, è emersa a fine anni ’80, quando un gruppo di donne che aveva salvato a Budapest decise di andarlo a cercare e lo trovò nella sua casa di Padova, dopo aver cercato a lungo in Spagna Jorge Perlasca (così si faceva chiamare in Ungheria). Poi tanti onori prima della sua scomparsa, a Ferragosto del 1992.Massimo Moscardi

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