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«Caos Regina, sfruttiamo di più il lago». Il presidente della Provincia rilancia

La Statale Regina attende, ormai è diventato un vero e proprio mantra, la variante della Tremezzina. Ma, come ben noto a chi lungo questa strada vive e lavora, non sarà un’infrastruttura che vedrà la luce rapidamente. Ci vorranno anni.Nel frattempo i disagi viabilistici che puntualmente si ripresentano sulla sponda occidentale del lago, specialmente con l’arrivo della bella stagione, vanno arginati.Diverse le proposte arrivate negli anni. Quella del presidente della provincia di Como Fiorenzo Bongiasca e sindaco di Gravedona ed Uniti, profondo conoscitore della Regina, prevede di guardare al lago, potenziando innanzitutto l’uso dei battelli, e punta a realizzare opere utilizzabili il prima possibile e che siano poi utili nel momento in cui verrà aperto il maxi cantiere dalla variante. Reduce dall’ultima riunione in prefettura di lunedì scorso, dove tutti gli attori principali hanno discusso nuovamente dell’ipotesi “girone” sulla Regina (ovvero del senso unico permanente che permetterebbe ai camion di salire verso il lago e poi scendere dalla statale 36), e della creazione di fasce orari rigide e senza deroghe per il passaggio dei mezzi pesanti, il numero uno di Villa Saporiti aggiunge ulteriori elementi per trovare soluzioni al traffico, che ormai da «anni insieme al sindaco di Tremezzina Mauro Guerra stiamo studiando», dice Bongiasca. Si parte dalla navigazione. «Sarebbe utile ipotizzare un ulteriore attracco per i traghetti a Tavernola, dove esiste anche un ampio parcheggio. Qui molti bus potrebbero fermarsi e i turisti proseguire via lago. Potrebbero essere imbarcati anche altri mezzi per toglierli dalla strada – spiega Bongiasca – E in aggiunta agli approdi esistenti a Griante, Varenna e Menaggio si potrebbe studiare anche la creazione di un ulteriore punto di sbarco in altolago. Tutto per allentare la morsa sull’asfalto». E le idee sono anche altre. «Sul rettilineo di Argegno, dove c’è spazio utilizzabile, si potrebbe pensare all’allargamento della sede stradale creando un tratto con una corsia di sosta temporanea per i mezzi pesanti. Per creare, grazie anche all’ausilio delle telecamere che trasmettono la situazione in tempo reale, una sorta di punto in cui fermare momentaneamente i camion, così da far defluire il traffico rapidamente», spiega Bongiasca.

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