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Carenza di personale e recapito a giorni alterni. Agosto rovente alle Poste

Poste, agosto rovente per i cittadini comaschi. La Cisl dei Laghi denuncia, per bocca del coordinatore territoriale di categoria, Stanislao Pisani, i disagi causati dalla carenza di personale negli uffici e dal recapito a giorni alterni.«La fase d’avvio della riorganizzazione del settore recapito postale a Como si è conclusa – sottolinea Pisani – e non sono pochi i disservizi che stanno emergendo. Una disorganizzazione non certo addebitabile ai lavoratori o ai loro diretti superiori, ma causata principalmente dalle decisioni aziendali assunte a livello regionale e nazionale».«Il nuovo modello organizzativo – continua Pisani – non può essere standardizzato su tutto il territorio nazionale in modo uguale. Non è stata considerata la diversa morfologia che caratterizza la provincia di Como e neppure il carico e la tipologia di corrispondenza che caratterizza il nostro territorio. Ai responsabili locali non sono ancora stati forniti nuovi mezzi, strutture e tutte quelle condizioni necessarie previste nel progetto e che avrebbero potuto agevolare e facilitare la consegna della posta. Soprattutto non sono stati rinnovati i contratti ai postini precari, in un momento in cui tra la nuova riforma del servizio di recapito e il periodo di ferie estive, sarebbero stati ancora una volta utili per fornire un servizio puntuale e di qualità. Tale disorganizzazione sta causando giacenze di posta nei centri di recapito, che solo grazie alla buona volontà dei colleghi che vanno ben oltre le loro mansioni e compiti, rendono la situazione meno drammatica di quel che diversamente sarebbe stata».«Questo però sta facendo slittare le giornate di ferie programmate da mesi. Addirittura, in alcuni casi – insiste Pisani – le sta mettendo in discussione, in palese violazione del contratto».«A Como e provincia servirebbero almeno una cinquantina di persone in più. Gli uffici più grandi sono costretti a rimanere sotto organico per “prestare” personale a quelli più piccoli, causando rallentamenti e disagi. Il personale, a tutti i livelli, è costretto a operare in condizioni precarie – conclude Pisani – esposto alle proteste dell’utenza e, purtroppo, anche a insulti da parte dei clienti arrabbiati».

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