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Caritas, 21mila accessi nell’arco di vent’anni

Oltre 18mila persone accolte nell’arco di vent’anni. È questo il dato numericamente più significativo del lavoro svolto dal 1999 a oggi da “Porta Aperta”, il servizio della Caritas diocesana attivo a Como.Il riscontro è stato fornito ieri, nel corso del convegno tenuto nella sede della Biblioteca comunale “Paolo Borsellino”, che ha permesso di fare un bilancio di questo arco di tempo e di rilanciare un impegno delicato rivolto alle persone. Due, in realtà, gli ambiti considerati: “Porta Aperta”, che risponde a bisogni primari attraverso colloqui personalizzati, e il “Centro di Ascolto”, che lavora sulla relazione con le persone con attività e interventi pratici e che, in vent’anni, ha a sua volta registrato circa 3mila accessi.Giuseppe Menafra, referente di “Porta Aperta”, ha spiegato che il presidio si occupa di grave emarginazione: per lo più di persone che dormono per strada o in auto. Quest’anno è già a quota mille accessi, con una prevalenza di cittadini italiani (16%) e una varietà di altre 69 nazionalità.I servizi riguardano bisogni legati a emergenze, come mangiare, dormire o lavarsi, il coordinamento di altri servizi, l’accompagnamento delle persone per portarle alla loro autonomia.Simone Di Gregorio, coordinatore del “Centro di Ascolto”, ha identificato nel silenzio e nel dolore l’esperienza che racconta il servizio svolto. Poi i numeri: solo il 6% dei fruitori è risultato privo di residenza; gli accessi, quantificati in 200-250 all’anno dal 1999 fino al 2008, sono poi schizzati in alto negli anni della crisi, fino al picco di 530 nel 2012 e 2013, per ridiscendere attorno a 300 da un biennio a questa parte.Di Gregorio ha aggiunto che il maggior numero di accessi proviene inoltre dalla città di Como e che nell’ultimo quinquennio, a fronte di un numero costante di italiani (oggi sopra il 40%), gli stranieri sono invece diminuiti. Crescono inoltre gli ultra 65enni in cerca di aiuto.Il convegno, moderato da Michele Luppi, ha visto la partecipazione del direttore della Caritas Roberto Bernasconi, del presidente della Fondazione Caritas Comunità e Servizio, Mario Luppi, del sindaco di Como, Mario Landriscina e del vicario generale della Diocesi, don Renato Lanzetti.Il primo cittadino ha incoraggiato operatori e volontari, che hanno poi raccontato le loro esperienze: «Sentitevi importanti per quello che fate – ha detto – Serve perchè la gente ne ha bisogno. Il volontariato è vita, tessuto sociale, tesoro da non disperdere. Siate contagiosi».Marco Guggiari

Redazione

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