Cartelle esattoriali, comunicato l’accesso ai conti correnti: vi togliamo i soldi direttamente | Corsa ai bancomat per svuotarli

Agenzia delle Entrate

Agenzia delle Entrate (Instagram) Corrieredicomo.it

Accesso diretto ai conti correnti per recuperare i debiti accumulati. Riscossione forzata da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Si torna a parlare di cartelle esattoriali e di una possibile misura destinata a cambiare tutto.

Mentre cresce la tensione tra cittadini e istituzioni, prende forma l’ipotesi di un controllo più capillare sui conti correnti per recuperare i crediti non riscossi.

Ma fino a che punto lo Stato può spingersi nella lotta all’evasione? E cosa cambierebbe davvero per i contribuenti se questa proposta diventasse legge?

Le risposte, come sempre, si nascondono nei dettagli tecnici.

Agenzia delle Entrate: accesso diretto ai conti

Torna sul tavolo del Governo la proposta di concedere all’Agenzia delle Entrate Riscossione un accesso più diretto ai conti correnti dei cittadini. L’obiettivo è chiaro: snellire il “magazzino dei crediti”, un enorme archivio di oltre 1.300 miliardi di euro accumulati in 25 anni di riscossione inefficace. Un terzo di queste somme è considerato ormai irrecuperabile, ma per il resto lo Stato è pronto a tentare ogni strada.

L’idea di fondo non è nuova: già a settembre se ne era parlato, trovando però la contrarietà del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Ora, la Commissione tecnica che analizza i crediti dell’Agenzia rilancia la proposta, convinta che solo un accesso mirato alle informazioni bancarie possa garantire riscossioni più efficaci e rapide. Si tratterebbe, in sostanza, di consentire ricerche con criteri specifici, per verificare non solo dove un cittadino ha un conto, ma anche la consistenza dei suoi depositi.

Conto corrente
Conto corrente (canva) Correiredicomo.it

Verso una riscossione “intelligente”: conti correnti e fatture nel mirino

Il piano della Commissione mira a distinguere i debiti “stralciabili” da quelli “recuperabili”. Sui primi interverrebbe il discarico automatico, mentre per i secondi scatterebbe una riscossione forzata più selettiva. A oggi, oltre 537 miliardi risultano non riscuotibili, ma restano 734 miliardi su cui l’Agenzia punta. Per riuscirci, servirebbe un accesso integrato ai dati bancari e fiscali. Il nuovo sistema non riguarderebbe solo i conti correnti, ma anche le fatture elettroniche.

Incrociando i dati, l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrebbe individuare con precisione chi ha somme disponibili o rapporti economici attivi, procedendo a pignoramenti mirati e immediati. Una misura che, se approvata, cambierebbe radicalmente il rapporto tra cittadini e Fisco. Mentre qualcuno teme un’invasione della privacy finanziaria, altri vedono nella proposta un passo necessario verso una riscossione più equa e trasparente. In fondo, la sfida del futuro non è solo recuperare crediti, ma ristabilire la fiducia tra contribuenti e Stato, dimostrando che la legalità può camminare di pari passo con la giustizia economica.